Morì cadendo dal tetto nel 2006
In Tribunale due condanne

All'inizio dell'estate del 2006, Dieng Laye, saldatore senegalese, ha perso la vita mentre lavorava. Giovedì, con una sentenza del Tribunale di Treviglio, il giudice ha condannato per omicidio colposo due dei quattro imputati.

All'inizio dell'estate del 2006, lo scorso 1° giugno, Dieng Laye, operaio senegalese saldatore dipendente della OCML Spa di Carobbio degli Angeli, ha perso la vita mentre lavorava. Era caduto mentre si occupava della manutenzione e della sostituzione della copertura dei capannoni delle Officine Fonderie Pietro Pilenga. Giovedì, con una sentenza del Tribunale di Treviglio, il giudice Stefano Storto ha condannato per omicidio colposo due dei quattro imputati: A. F., nel 2006 amministratore delegato di OCML, la società che aveva l'appalto dei lavori nella fonderia, e B. B., responsabile del cantiere della stessa società. Assolti, invece, E. C., allora coordinatore della sicurezza per la fonderia, e l'amministratore delegato G.C. P..

L'udienza preliminare si è svolta al Tribunale di Bergamo lo scorso luglio 2007, primo atto del processo che si è concluso ora. Il rinvio a giudizio risale al 28 novembre 2007. Dopo la morte del lavoratore la Fiom-Cgil aveva deciso di costituirsi parte civile. La sentenza di primo grado condanna A. F. a due anni di reclusione. Già nel 2009 la donna era stata condannata per un altro caso di infortunio mortale, avvenuto circa 10 anni fa. B. B., invece, è stato condannato ad 8 mesi.

Al momento dell'incidente mortale, il lavoratore senegalese indossava l'imbragatura di sicurezza che però non era agganciata al carrello elevatore. Da qui l'importanza del tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. «È importante che il giudice abbia accertato e individuato le responsabilità di questo infortunio mortale» ha spiegato Eugenio Borella, segretario generale provinciale della Fiom Cgil di Bergamo.

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