La storia di Giulia entra a scuola
I suoi genitori dagli studenti di Albino

Il dolore e la tristezza entrano in classe. Ma con la speranza di esaltare la vita e i valori dell'amicizia e della condivisione. Il Centro di formazione professionale (Cfp) di Albino propone la testimonianza di Sara e Antonio, genitori di Giulia Gabrieli.

Il dolore e la tristezza entrano in classe. Ma con la speranza di esaltare la vita e i valori dell'amicizia e della condivisione. Su questo binario il Centro di formazione professionale (Cfp) di Albino ha proposto nella mattinata di sabato, a sette classi del settore amministrativo e dell'acconciatura, la testimonianza di Sara e Antonio, genitori di Giulia Gabrieli, la quattordicenne morta di tumore lo scorso 19 agosto, dopo due anni di malattia, nella sua casa nel quartiere di San Tomaso de' Calvi, a Bergamo, proprio mentre alla «Giornata mondiale della gioventù» di Madrid si concludeva la Via Crucis dei giovani.

Una storia che è rimbalzata sulle pagine di tanti giornali, siti e blog: la giovane, infatti, ha vissuto la malattia con il sorriso, in un crescendo spirituale, nella consapevolezza che andava incontro alla morte. E proprio questa dimensione di maturità spirituale, che fa affrontare con gioia anche il dolore e la sofferenza, sarà il motivo-guida della testimonianza dei genitori ad Albino.

«È un incontro che può rivelarsi un'esperienza educativa e umana molto significativa – spiega il coordinatore del progetto “Star bene insieme”, promosso per l'anno scolastico 2011-2012 dal Cfp di Albino –. I ragazzi sono spesso attratti dall'effimero e il misurarsi sul tema della sofferenza e della morte, come pure degli affetti che finiscono e dell'amicizia che costa tempo, può risultare non facile e, quindi, molto educativo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA