«Proiettili» nell'asilo e al cimitero
Berbenno vieta i giochi di guerra

L'allarme è partito dalle insegnanti della scuola materna di Ponte Giurino: nel cortile dell'asilo continuavano a trovare pallini di circa sei millimetri che poi venivano raccolti e messi in bocca dai bambini. Sono proiettili utilizzati nei giochi di guerra a squadre.

L'allarme è partito dalle insegnanti della scuola materna di Ponte Giurino: nel cortile dell'asilo continuavano a trovare pallini di circa sei millimetri che poi venivano raccolti e messi in bocca dai bambini. Non si trattava, però, dei residui di qualche gioco d'infanzia bensì dei proiettili utilizzati nei giochi di guerra a squadre, conosciuti anche come softair.

A ciò si è aggiunto lo spavento di qualche signora che, nei pressi del cimitero, sempre a Ponte Giurino di Berbenno, si è vista sbucare dal bosco la canna di un mitra imbracciato da qualche giovanotto in tuta mimetica. Naturalmente nessun soldato vero ma, anche in questo caso, un giocatore di softair.

Tanto è bastato al sindaco Claudio Salvi per vietare, da settimana scorsa, i cosiddetti giochi di guerra, sport riconosciuto dal Coni ormai da 15 anni che si basa sulla simulazione di tattiche militari. Si tratta di una pratica nata in Giappone agli inizi degli anni '80 e successivamente diffusa in Italia.

Può essere praticato come semplice gioco, come sport o con un approccio strategico-simulativo. In ogni caso, nonostante l'apparenza bellicosa, si tratta di attività che deve essere innocua e non violenta, prevalentemente praticata in boschi e in zone abbandonate. Ma a Berbenno i giocatori, probabilmente, si sono avvicinati troppo agli edifici.

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