«Troppe ruspe e cemento
Le Bergamasca è fragile»

Una montagna ad alto rischio idrogeologico, almeno il 75% secondo i dati di Legambiente. A volte troppe strade che tagliano i pendii e troppi movimenti artificiali del terreno contribuiscono a mettere a rischio il nostro territorio, già estremamente fragile.

Una montagna ad alto rischio idrogeologico, almeno il 75% secondo i dati di Legambiente. A volte troppe strade che tagliano i pendii e troppi movimenti artificiali del terreno contribuiscono a mettere a rischio il nostro territorio, già estremamente fragile.

A dirlo è Sergio Chiesa, bergamasco, geologo del Centro nazionale di ricerca. «Il nostro territorio - spiega Chiesa - è fragile perché al 60% costituito da montagna, abitata e lavorata da secoli, e perciò modellato dall'acqua e dalla ripidità dei versanti. Bisogna fare attenzione agli spostamenti della terra, quando si costruiscono piste da sci».

«A Foppolo, per esempio, avrei evitato di pompare l'acqua dei laghetti in quota per fare neve artificiale perché si sposta una quantità d'acqua che poi contribuisce all'erosione del suolo». E Chiesa cita alcune della zone più critiche della nostra provincia: le valli Serina, Brembilla, la media Valle Seriana, la valle del Lujo, il versante dell'Albenza e la zona della cave sul Sebino.

Come prevenire? «I fondi sono troppo pochi e poi ne arrivano troppi quando accadono i disastri. E non sempre vengono utilizzati bene. Bisogna concentrare gli interventi laddove il rischio è grande, perché ci sono case e persone. Per il resto, su un territorio così vasto, si può solo fare monitoraggio».

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