Bergamo ammorbata dai miasmi
Le puzze non accennano a diminuire

Non accennano a diminuire i fastisdiosi odori che da alcuni giorni si avvertono ormai in diverse zone di Bergamo e dell'hinterland. Anche giovedì le puzze «albergano» stabilmente sia in centro città sia nei dintorni.

Non accennano a diminuire i fastisdiosi odori che da alcuni giorni si avvertono ormai in diverse zone di Bergamo e dell'hinterland. Anche giovedì le puzze «albergano» stabilmente sia in centro città sia nei dintorni.

Già nei giorni scorsi, sollecitata dai cittadini, Federconsumatori si era mossa - pur senza successo - per cercare di risalire alla causa.
«In particolare da martedì mattina - dice l'associazione dei consumatori della Cgil - la città, tra Valtesse e Loreto, passando per il centro, è ammorbata da una puzza nauseabonda». «Abbiamo chiesto - dice Federconsumatori - spiegazioni all'assessorato all'ecologia: ma non ci hanno saputo dire quali siano le cause di questa situazione che, come minimo, crea disagio in chi è costretto a respirare i miasmi che sono nell'aria». Conclude l'associazione: «Se ci fossero motivi per preoccuparsi, ed eventuali misure da applicare per prevenire eventuali guai maggiori (oltre che sapere se si stanno facendo indagini per sapere quale sia la fonte di questo inquinamento), vorremmo che chi ci amministra lo facesse sapere».

La risposta è arrivata dall'assessorato all'Ambiente di Palafrizzoni: «Abbiamo chiesto ad Arpa di fare una verifica e abbiamo attivato la nostra Polizia locale che sta monitorando la situazione – spiega l'assessore Massimo Bandera –. Mi sento di rassicurare i cittadini. Quello che si sente è il frutto di questa condizione meteo. Con l'inversione termica, l'aria viene schiacciata negli strati più bassi e si ha una percezione maggiore degli odori. Gli odori sono dovuti allo spandimento di letame che avviene in questo periodo e la polizia locale sta verificando che gli agricoltori stiano rispettando la norma regionale. In parte questa provenienza è dei Comuni dell'hinterland dove ci sono ampie aree agricole. Chiediamo comunque ai Comuni di verificare la situazione».

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