Il Movimento Studentesco:
«Preoccupati per il governo tecnico»

Il Movimeno studentesco ha diffuso un comunicato stampa in merito alla manifestazione promossa per la mattinata di giovedì tra le vie del centro di Bergamo.

«Oggi a Bergamo - si legge tra l'altro nel comunato stampa - si è svolto un corteo promosso dal Movimento Studentesco, era nostra intenzione riprenderci pacificamente la città. In tutta Italia gli studenti hanno fatto sentire la loro voce con oltre sessanta cortei per richiedere investimenti economici per sostenere il diritto allo studio. Pur essendo entusiasti della caduta di Berlusconi guardiamo con preoccupazione al nuovo «governo tecnico» guidato da Mario Monti. Il governo ha mostrato il proprio volto: è il volto dei banchieri, dei manager, degli speculatori, delle lobby ecclesiastiche e militari. Inquietano le dichiarazioni della dimissionaria Gelmini che si è affrettata ad elogiare il nuovo ministro dell'Istruzione».

I manifestanti contestano poi l'intervento delle forze dell'ordine. «Il corteo che ha sfilato per Bergamo - scrivono - ha visto la partecipazione di oltre mille studenti. Durante la manifestazione abbiamo, con un'azione non-violenta, appeso uno striscione sulla cancellata d'ingresso alla sede della Banca d'Italia, simbolo della speculazione finanziaria in atto. "Né Monti né Tremonti, noi non facciamo sconti" per denunciare la nostra sfiducia nelle politiche neo-liberiste applicate senza distinzione dal nuovo e dal vecchi governo. La polizia - sostengono i giovani - è intervenuta spintonando gli studenti che si erano seduti davanti alla banca in segno di protesta. Riteniamo inaccettabile che la polizia, senza alcun motivo, abbia fermato alcuni ragazzi a margine del corteo, uno dei quali ammanettato e trasportato in questura. Solo la determinazione degli studenti presenti ha permesso al corteo di proseguire senza ulteriori problemi e ingiusti fermi. La polizia, schierata in assetto antisommossa, ha impedito alla manifestazione di raggiungere la scuola privata Sant'Alessandro e la sede della Regione Lombardia. Avevamo scelto questi obiettivi per contestare le politiche della Regione che finanziano con i soldi pubblici le scuole private lasciando sul lastrico gli istituti pubblici. Il corteo si è concluso con un'assemblea pubblica durante quale molti studenti sono intervenuti per chiarire la contrarietà del mondo della scuola nei confronti del nuovo governo e del suo ministro dell'Istruzione».



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