Il Pd critico sulla tassa di soggiorno:
si spoglia il carciofo un po' per volta

Il Pd in Comune interviene sulla tassa di soggiorno, la cui proposta è passata in Giunta, manifestando dubbi sia perché in pratica è stata una decisione non discussa, sia perché la valuta penalizzante. «Si sta spogliando il carciofo un po' per volta».

Il Pd in Comune interviene sulla tassa di soggiorno, la cui proposta è passata in Giunta, manifestando dubbi sia perché in pratica è stata una decisione non discussa, sia perché la valuta penalizzante. «Si sta spogliando il carciofo un po' per volta». Ecco il comunicato del Pd.

«La Giunta ha dato mercoledì il via libera alla tassa di soggiorno. Registriamo che l'apparente disponibilità offerta dal sindaco alle minoranze a discutere dei contenuti del bilancio 2012 è venuta meno: la maggioranza va per conto suo. Ma tant'è».

«La tassa di soggiorno è stata introdotta in altre città che hanno una chiara vocazione turistica: Venezia, Roma e Firenze, tra le altre. Ma Bergamo è diversa: stiamo parlando di una città che, nonostante gli 8 milioni di passeggeri che transitano nell'aeroporto di Orio, fatica a decollare come meta turistica e fonda ancora oggi l'attività alberghiera sui manager, gli agenti ed i clienti delle aziende che operano sul territorio, che da tale decisione rischiano di essere fortemente penalizzate».

«Abbiamo forti chance di crescita, ma servono prudenza ed equilibrio per non penalizzare oltremodo gli operatori del settore e compromettere gli sforzi fatti in questi anni per rendere Bergamo una città accogliente. Una prima perplessità riguarda il metodo: è il momento di essere seri (ce lo insegna la politica nazionale) e di guardare alle condizioni del bilancio 2012 in maniera complessiva, evitando di affrontare le questioni spinose spogliando il "carciofo" un po' per volta e dando alla stampa annunci estemporanei».

«Incidere sulla vita dei cittadini e degli operatori economici con tasse e rincari è una scelta che va compiuta nella piena conoscenza dei dati e consapevolezza degli obiettivi da perseguire. L'Amministrazione deve dire subito se intende operare una revisione della spesa, indicando le spese che si intendono privilegiare e quelle che possono essere ridotte; se la tassa di soggiorno sarà l'unica imposta del 2012 o se si pensa di incrementare l'Irpef sino allo 0,8 per mille; se si venderà un'altra parte delle azioni A2A».

«Una seconda perplessità riguarda il metodo di confronto con le categorie e gli operatori: perché avviene dopo e non prima che la decisione venga assunta? Il confronto a posteriori, dopo che la polemica è sorta, è una presa in giro. Tentorio l'ha già fatto per l'aumento del canone di occupazione del suolo pubblico e della tassa rifiuti, che hanno colpito le stesse categorie economiche».

«Infine, la destinazione delle risorse che la tassa di soggiorno porterebbe: la giustificazione che il presunto introito di 1,2 milioni di euro serva a finanziare il progetto Unesco, Expo e la candidatura di Bergamo capitale della cultura non tiene. Per il progetto Unesco il Comune spende poco più di 200.000 euro, per Bergamo capitale della cultura non più di 20.000 euro, mentre per Expo nulla si sa, né in termini di idee né di risorse da impegnare».

«La verità è che la tassa di soggiorno si perderà nel mare magnum del bilancio generale del Comune. Ma se è così, non è meno ipocrita parlare con chiarezza agli operatori e, dopo aver risposto alle domande che abbiamo posto, decidere insieme a loro quali sacrifici si devono sostenere?».

Elena Carnevali, capogruppo PD
Sergio Gandi, consigliere comunale PD

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