Bergamo e il ritorno dell'Ici
La Uil: 136 euro a famiglia

La reintroduzione dell'Ici sulla prima casa a Bergamo costerebbe in media 136 euro a famiglia. Il calcolo - approssimativo, perché ancora non si conoscono i dettagli del nuovo tributo - lo ha fatto la Uil. Cicerone: «Si faccia pagare a chi ha di più». Ici o Iva? Vota il sondaggio

Quanto costerebbe a un cittadino di Bergamo la reintroduzione, ormai data per certa da tutti gli osservatori, dell'Ici sulla prima casa da parte del Governo? Anche se calcoli precisi sono impossibili, in quanto la nuova tassa potrebbe essere modellata diversamente rispetto a quella abolita nel 2008 e basarsi sulla progressività e sulla rivalutazione delle rendite catastali, qualche valutazione di massima si può già fare.

Mediamente, dunque, secondo i calcoli della Uil di Bergamo legati alle aliquote in vigore prima dell'abolizione dell'imposta da parte del Governo Berlusconi (5,1 per mille, deliberate pure per il 2011 per alcune specifiche categorie), ogni proprietario si troverà a pagare, al netto della detrazione media di 140 euro, circa 136,55 euro all'anno parametrati su un appartamento di 80 metri quadrati in zona censuaria semiperiferica.

Per gli alloggi di categoria A2 (abitazione civile) l'imposta salirebbe a 164,20 euro; per quelli di categoria A3 (abitazione economica e popolare) di 108,90 euro.

Non solo: il ritorno all'Ici sulle abitazioni principali potrebbe comportare un ulteriore inasprimento fiscale considerando che i Comuni, dal prossimo anno, potranno deliberare una nuova “imposta di scopo” per la realizzazione di opere pubbliche. Tale facoltà è prevista nel decreto sul Federalismo municipale e configura a tutti gli effetti un'addizionale di imposta (0,5 per mille sulla base imponibile Ici) che oggi esclude proprio l'abitazione principale.

Inoltre, il decreto correttivo del fisco municipale, approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 ottobre scorso, prevede la “service tax”: si tratta di una reintroduzione “mascherata” dell'Ici sulle prime case con un'aliquota del 2 per mille che graverà su chiunque occupi un immobile adibito ad abitazione (comprese le famiglie in affitto) e che servirà per finanziare servizi generali dei Comuni (illuminazione pubblica, polizia locale, anagrafe ecc.).

«Analizzando il dettaglio dei provvedimenti – sottolinea il segretario generale della Uil di Bergamo, Marco Cicerone - questa reintroduzione palese o mascherata dell'imposta sugli immobili peserà inevitabilmente anche, e soprattutto, sulle tasche dei lavoratori e pensionati. Come Uil riteniamo invece che il nuovo Governo debba iniziare a far pagare di più chi ha più disponibilità, iniziando con il tassare quel 10% di persone che detengono il 60% della ricchezza del Paese. Inoltre, anziché agire “tout court” sulle imposte delle prime case si potrebbe, al contrario, far leva sulla rivalutazione e sulla riclassificazione delle rendite catastali, ferme agli anni ‘60, adeguandole ai valori del mercato immobiliare. Si potrebbero recuperare in questo modo ingenti risorse senza dover tassare chi, con anni di sacrifici, ha potuto acquistare la casa dove vive. È del tutto evidente – conclude Cicerone - che un ragionamento su questo tipo di imposte non può essere affrontato senza un ragionamento complessivo sulla questione fiscale nel nostro Paese. Per questo riteniamo che non sia più rinviabile l'attuazione della delega per la riforma fiscale, la quale deve avere un solo obiettivo: ridurre le imposte per i lavoratori dipendenti e pensionati».

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