Yara, la caccia all'uomo continua
Dna raccolto fino in Val del Riso

«Ma perché io? Che c'entro?». Se lo sono chiesti in tanti nei giorni scorsi in Valle del Riso, dove gli inquirenti che indagano sull'omicidio di Yara Gambirasio hanno recentemente esteso la campagna di acquisizione di profili genetici.

«Ma perché io? Che c'entro?». Se lo sono chiesti in tanti nei giorni scorsi in Valle del Riso, dove gli inquirenti che indagano sull'omicidio di Yara Gambirasio hanno recentemente esteso la campagna di acquisizione di profili genetici.

La raccolta è avvenuta anche casa per casa e non sono stati risparmiati neppure gli anziani, anche ultraottantenni.

Gli inquirenti hanno confermato di aver attuato una campagna di acquisizione di profili genetici nella zona della Valle del Riso, in particolare a Gorno e Oneta. Ma – hanno spiegato – si tratta di un'iniziativa pianificata nell'ambito della monumentale raccolta di campioni di saliva in tutta la provincia e oltre. Sono infatti già circa 10 mila i profili biologici acquisiti da carabinieri e polizia nel corso di un anno di inchiesta, un numero record, senza alcun precedente in un'indagine giudiziaria italiana.

Il criterio con cui sono state scelte le persone da sottoporre all'esame non è noto. Quel che si può intuire, è che in questa fase le indagini proseguono nell'unica direzione consentita dalla scarsità di elementi in mano agli inquirenti: quella della mappatura genetica. Forse gli inquirenti, nei laboratori della polizia scientifica e del Ris di Parma, intendono raggiungere un campione il più possibile significativo dei Dna in provincia di Bergamo, per studiarne l'andamento, le somiglianze, e giungere in questo modo a circoscrivere un'area, o addirittura una famiglia, in cui concentrare le ricerche dell'assassino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA