Monti del Vivione in fiamme
Un incendio di origine dolosa

È con tutta probabilità di origine dolosa il vasto incendio sviluppatosi domenica mattina a Schilpario e ancora attivo nel tardo pomeriggio, quando al calar delle tenebre gli uomini impegnati nel suo spegnimento hanno abbandonato le operazioni per riprenderle all'alba.

È con tutta probabilità di origine dolosa il vasto incendio sviluppatosi domenica mattina a Schilpario e ancora attivo nel tardo pomeriggio, quando al calar delle tenebre gli uomini impegnati nel suo spegnimento hanno abbandonato le operazioni per riprenderle questa mattina all'alba.

A lasciar intuire che le fiamme siano state appiccate intenzionalmente da uno o più piromani vi sarebbe il fatto che l'incendio si è sviluppato quasi contemporaneamente in tre diversi punti, relativamente distanti tra loro. Al momento però non sono stati rinvenuti reperti tali da confermare con certezza la ricostruzione.

L'incendio ha preso il via fra le 10 e le 10,30 di domenica mattina, interessando la zona prativa posta al di sopra della ex strada statale 294 che, proseguendo dopo Schilpario, attraverso il passo del Vivione collega la Valle di Scalve alla Valle Camonica, fin dove è stato avvertito il fumo del vasto rogo.

Le fiamme si sono sviluppate inizialmente poco sopra la strada (chiusa in questo periodo dell'anno), per poi estendersi nella parte alta in località Colli. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Clusone, gli uomini del Corpo forestale di Vilminore e i volontari della Comunità montana di Scalve, poi supportati da un elicottero della Forestale giunto dalla base di Curno. Dal primo pomeriggio l'elicottero è stato supportato anche da un Canadair, che ha proseguito le operazioni fin verso le 17.

Alla sospensione delle operazioni risultava sotto controllo il fronte destro dell'incendio, quello che, estendendosi, avrebbe potuto arrivare a lambire alcune baite verso il passo del Vivione, fra le quali anche l'omonimo rifugio, al momento piuttosto distante dalle fiamme e giudicato fuori pericolo.

Continuava invece a bruciare la parte centrale e il fronte sinistro dell'ampio rogo. Secondo stime compiute sarebbe già andata in fumo una superficie compresa fra i 60 e gli 80 mila metri quadrati.

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