E' morto il prof. Giuliano Mecca
Nefrologo, pioniere della dialisi

E' morto il prof. Giuliano Mecca, primario emerito di Nefrologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Primario dal '69 al '84, svolse attivita scientifica e dal '76 fu presidente dell'Associazione bergamasca per lo studio delle malattie renali. Mercoledì i funerali.

E' morto il professor Giuliano Mecca, primario emerito di Nefrologia. Pioniere del trapianto di rene, a capo del servizio di Nefrologia e Dialisi dei Riuniti (prima come responsabile e poi come primario) dal 1969 al 1984, lo specialista bergamasco aveva svolto un'ampia attivita scientifica e dal 1976 era stato presidente dell'Associazione bergamasca per lo studio delle malattie renali.

I funerali saranno celebrati mercoledì 30 novembre, alle 10.30, al Tempio Votivo di via dello Statuto. Il corteo funebre partirà dalla Camera ardente allestita agli Ospedali Riuniti, in via XXIV Maggio.

Di fatto, Mecca aprì il 15 novembre del 1969 il reparto di Dialisi agli Ospedali Riuniti. «Stava muovendo i primi passi - ha ricordato tempo fa il ricercatore Giuseppe Remuzzi -. La ricerca era il chiodo fisso di un piccolo gruppo di medici che voleva studiare i problemi delle malattie renali e che lavorava in spazi ridotti, nulla a che fare con le strutture attuali».

«Così, con il dottor Giuliano Mecca - aggiunge Remuzzi - abbiamo iniziato a fare un po' di ricerca e, nel giro di poco tempo, questo gruppo si è allargato a venticinque persone. Nel 1979, proprio qui ai Riuniti, si è svolto il primo convegno internazionale dedicato alla dialisi».

Numerosi sono i pazienti che ricordano il professor Mecca. Con lui Elisabetta Marchesi, che ha trascorso 33 anni nel reparto di Dialisi come caposala, incontrando duemila pazienti, e seguendo ottantamila dialisi e cinquantamila fistole. E' grazie all'attività del primario se in questo lungo cammino sono stati raggiunti brillanti risultati. Dalle poche conoscenze sul mondo dei dializzati che negli anni Settanta impegnarono tutto il reparto, si è giunti successivamente alla costituzione dell'Istituto Mario Negri che vanta 250 ricercatori che studiano i trapianti e le malattie rare.

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