Neonato con i polmoni schiacciati
Pietro Benedetto salvato ai Riuniti

Pietro Benedetto è un lottatore di appena 7 mesi: per lui era stata prevista, ancora prima di lasciare il grembo materno, una possibilità di sopravvivenza non superiore al 5%. Invece oggi, dopo una lunghissima degenza agli Ospedali Riuniti, è tornato a casa.

Pietro Benedetto è un lottatore di appena 7 mesi: per lui era stata prevista, ancora prima di lasciare il grembo materno, una possibilità di sopravvivenza non superiore al 5%. Invece oggi, dopo una lunghissima degenza agli Ospedali Riuniti di Bergamo, è tornato a casa, a Legnano, mangia, sorride, sprizza gioia di vita.

«Il nome l'avevamo scelto ancor prima di sapere che era gravemente malato – dice la mamma Federica, farmacista –. Ed evidentemente è stato proprio azzecato: questo bimbo è davvero una roccia. È stato lui, con la sua capacità di reazione, a tenere in vita la nostra speranza, ad aiutarci a tenere duro. E abbiamo affrontato momenti difficili: lui, davvero, così piccolo, ha superato prove dalle quali abbiamo temuto di non uscire».

A raccontare l'impresa di Pietro è Giovanna Mangili, direttore della Patologia neonatale dei Riuniti, il medico che la mamma del piccolo lottatore chiama «il nostro angelo». «Pietro aveva una ernia diaframmatica congenita destra, diagnosticata alla sua ventunesima settimana nel ventre materno: purtroppo, quella di Pietro era la forma peggiore. Per spiegarlo in parole povere, il diaframma non si chiude e gli organi dell'addome, in particolare il fegato e l'intestino, risalgono verso l'alto schiacciando i polmoni che non si sviluppano. Nelle forme più gravi i polmoni non possono crescere e la possibilità di sopravvivenza si riduce notevolmente»

La sua storia è iniziata con un viaggio in Belgio, per terminare agli Ospedali Riuniti. Leggi tutto su L'Eco di Bergamo del 5 dicembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA