Taglio ai «costi della politica»
La Regione approva la legge

Via libera del Consiglio regionale alla legge che taglia i cosiddetti «costi della politica». Il provvedimento cancella dalla prossima legislatura i vitalizi e abolisce il trattamento di fine mandato. Il provvedimento prevede già dal 2012 un taglio del 10% delle indennità.

Via libera del Consiglio regionale alla legge che taglia i cosiddetti «costi della politica». Il provvedimento cancella dalla prossima legislatura i vitalizi e abolisce il trattamento di fine mandato. Il provvedimento prevede già dal 2012 un taglio del 10% delle indennità e provvedimenti nei confronti dei consiglieri «assenteisti» che vedranno decurtarsi la diaria, portando da 1/18 a 1/12 il taglio per i consiglieri che non si presentano alla seduta di Commissione o di Aula.

Abolita anche la cifra che veniva erogata come indennità di missione, equivalente a 11 viaggi aerei Milano-Roma. Il taglio a indennità, diaria e viaggi a Roma porterà a un risparmio annuo di poco più di 1 milione di euro. Respinti dall'Aula gli emendamenti di Pd, Idv e Sel che chiedevano di alzare a 65 anni l'età per l'erogazione del vitalizio rispetto agli attuali 60 e il taglio (proposta Pd) del 10% della quota mensile sopra i 1500 euro dei vitalizi che vengono attualmente pagati agli ex consiglieri.  Respinto anche l'emendamento Sel su una rimodulazione delle indennità di carica e il contributo di solidarietà proposto dall'Idv.

Approvati all'unanimità due ordini del giorno presentati da PdL e Lega Nord con i quali si chiede l'introduzione dei costi standard per la determinazione dei costi delle Assemblee legislative, affinché si possa prendere come «esempio la virtuosità della Lombardia che è quella che costa meno in proporzione al numero di abitanti».

Voto segreto (40 sì, 30 no e 3 astenuti) a un documento del Partito Democratico (primo firmatario il capogruppo Luca Gaffuri) col quale si chiede al Presidente della Regione Roberto Formigoni di «ritirare la nomina dei sottosegretari e di rinunciare al rinnovo delle consulenze istituzionali».

La legge è stata approvata con 65 voti favorevoli (Pdl, Lega Nord, Pd, Udc, Gruppo Misto e Pensionati). Astenuti Idv e Sel (cinque consiglieri) «perché si poteva fare di più, alla luce anche della dura manovra approvata dal Governo che impone sacrifici per tanti cittadini e famiglie».

Paolo Valentini (Pdl coordinatore del gruppo che ha lavorato sulle proposte e relatore del provvedimento), ha sottolineato che la legge ha come «novità sostanziale e importante che le indennità dei consiglieri regionali della Lombardia non saranno più legate a quelle dei parlamentari ma avranno come unico adeguamento i parametri Istat, come avviene per tutti gli altri lavoratori».

La Lega attraverso il presidente della Commissione Bilancio Fabrizio Cecchetti in Aula ha sottolineato che «Il provvedimento dimostra ancora una volta tutta la determinazione lombarda al risparmio e all'abolizione dei privilegi. Altrettanto adesso però – ha avvertito - si faccia in altre Regioni, soprattutto in quelle che vivono all'insegna dello spreco».

«Questa leggiucola - commenta Gabriele Sola, consigliere regionale Idv - venduta furbescamente come "anticasta" non ci convince e convincerà ancora meno i cittadini. Si sarebbe potuto e dovuto fare molto di più: naturale, per noi, non votarla. Il Consiglio regionale lombardo ha perso l'occasione di operare concretamente per avvicinare i privilegiati della politica ai cittadini. Il Palazzo si mantiene lontano anni luce dalla gente. Se ne dovranno assumere la responsabilità tutti i partiti che hanno dato "semaforo verde" ad una misura inadeguata».

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