La foto al tuo presepe
sul giornale e on line

Ogni anno, in questo periodo di Avvento, nelle case dei bergamaschi si rinnova un appuntamento immancabile: la realizzazione del presepe. Ogni anno «L'Eco» vuole raccogliere queste testimonianze e pubblicarle giorno dopo giorno.

Ogni anno, in questo periodo di Avvento, nelle case dei bergamaschi si rinnova un appuntamento immancabile: la realizzazione del presepe. Un atto creativo che porta gioia in famiglia, e che vede coinvolti nonni e nipotini, genitori e figli, gruppetti di colleghi o gruppi di Amici del presepe dei vari quartieri o paesi. Il risultato sono realizzazioni semplici o artistiche, artigianali o professionali, di piccole dimensioni o estese su decine di metri quadri, il presepe racconta della Natività con espressioni originali, a volte geniali. Ogni anno «L'Eco» vuole raccogliere queste testimonianze e pubblicarle giorno dopo giorno come a compilarne un ideale album dei presepi.

Negli anni scorsi sono stati più di 500 i partecipanti all'iniziativa. Così, anche quest'anno rinnoviamo il concorso «Fotografa il tuo presepe». Fino al 9 gennaio 2012 ci aspettiamo foto provenienti da famiglie, oratori, chiese, scuole, gruppi, associazioni e posti di lavoro. Partecipare è molto semplice: una volta allestito il presepe, basterà scattare una foto a colori e spedirla al giornale. Quest'anno le foto si potranno anche postare direttamente sull'apposita sezione dei presepi ricavata sul sito di caseinfesta.ecodibergamo.it, ma si possono anche inviare via mail all'indirizzo [email protected], oppure consegnarle direttamente in redazione nella nostra sede di viale Papa Giovanni XXIII a Bergamo. Siamo aperti tutti i giorni dalle 8,30 alle 20.

Come detto il termine ultimo utile per poter consegnare le foto è lunedì 9 gennaio 2012. Al termine del concorso la giuria, composta dagli esperti del Museo del presepe di Brembo di Dalmine, sceglierà le 11 opere ritenute più significative. La più bella riceverà in premio un televisore, mentre alle altre 10 un abbonamento annuale alla rivista «Orobie».

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