Anarchici contro Mediaworld
Bloccata una busta con proiettili

Una lettera di minacce accompagnata da due proiettili calibro 9. E una firma in calce che, in questi giorni di ordigni spediti per corrispondenza, sta inquietando i destinatari di pacchi postali di mezza Europa: Fai, Federazione anarchica informale.

Una lettera di minacce accompagnata da due proiettili calibro 9. E una firma in calce che, in questi giorni di ordigni spediti per corrispondenza, sta inquietando i destinatari di pacchi postali di mezza Europa: Fai, Federazione anarchica informale.

La busta sarebbe dovuta arrivare alla sede della Mediamarket, in via Lega Lombarda a Curno (vicino all'Uci Cinemas), e precisamente all'amministratore delegato della società cui fa capo Mediaworld, Pierluigi Bernasconi. Ma il plico è stato intercettato durante lo smistamento al centro meccanizzato postale di Peschiera Borromeo (Milano) e consegnato ai carabinieri del Ris di Parma.

La busta destinata alla Mediamarket non conteneva esplosivo: non era dunque pericolosa, aveva una natura prettamente minatoria. Come la lettera con cui venivano accompagnati i proiettili. Nella missiva si leggono frasi contro «gli speculatori, le sanguisughe e gli affiliati dei grossi gruppi bancari tedeschi», vergate da chi è pronto ad assicurare che «è giunto il momento di agire». «Colpiremo, colpiremo duro», annunciano gli autori dello scritto. Che, secondo alcune indiscrezioni, conterrebbe minacce dirette anche contro Pierluigi Bernasconi.

Leggi di più su L'Eco in edicola mercoledì 14 dicembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA