Cgil: «La magistratura vada in fondo
Ma è necessario fra ripartire i lavori»

«La magistratura deve andare, presto e bene, sino in fondo nelle indagini per individuare tutte le responsabilità e colpire in modo esemplare i colpevoli. Allo stesso tempo sottolineiamo la necessità di far ripartire i lavori per dare una prospettiva ai circa 1.000 lavoratori impegnati sui cantieri della Brebemi». 

Del blocco del cantiere Brebemi, in seguito alla scoperta del traffico illecito di rifiuti, sono tornati a parlare anche Luigi Bresciani, segretario generale Cgil di Bergamo, e Angelo Chiari, segretario generale Fillea-Cgil Bergamo. I lavori sono fermi da 16 giorni: Cgil, Cisl e Uil, con le rispettive categorie degli edili, avevano incontrato il 6 dicembre scorso il prefetto di Bergamo proprio per parlare della questione.

La vicenda - scrive la Cgil - «pone, inoltre, due ordini di problemi:
1 - i subappalti e le buone pratiche di vigilanza sull'operato delle imprese. Il patto per la legalità firmato a suo tempo dalla Prefettura con la Brebemi aveva escluso le organizzazioni sindacali e questo noi l'abbiamo sempre considerato un errore. È necessario ripartire da un protocollo di legalità che veda la presenza di tutti i soggetti interessati: comuni, sindacati, imprese, enti, istituzioni;

2 - il ruolo dell'Arpa, l'Agenzia regionale per la Protezione dell'ambiente che, la Regione Lombardia, con una legge, ha di fatto depotenziato. Lo stesso presidente dell'Arpa ha più volte affermato le difficoltà di fare controlli adeguati, per le risorse insufficienti, ma anche perché i tecnici dell'Arpa non hanno più la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria».

«È necessario - conclude il sindacato - quindi fare presto, chiarire sino in fondo le responsabilità e adottare tutte le contromisure necessarie perché questo episodio non si ripeta e non venga ulteriormente pregiudicata un'opera essenziale per il territorio bergamasco».

© RIPRODUZIONE RISERVATA