Giovani, uno su quattro
non studia nè lavora

L'Opera diocesana Patronato San Vincenzo ha avviato un progetto nell'ambito della Piazza del Patronato che si chiama «Tempo di lavoro» e che intercetta i giovani senza studio né lavoro  accompagnandoli a prepararsi alla prima occupazione.

Giovani che non studiano e non lavorano: un fenomeno che riguarda un ragazzo su quattro. Si tratta della cosiddetta «Neet» (Not in education, employment or training) generation. Secondo un recente rapporto sulle «Economie regionali» di Bankitalia sarebbero circa 2,2 milioni i giovani tra i 15 e i 29 anni afflitti da questo problema in Italia: sfuggono a qualsiasi classificazione perché vivono lontano sia dai percorsi scolastici sia da quelli lavorativi e diventano di fatto invisibili a qualsiasi statistica nazionale e soprattutto a qualsiasi agenzia educativa o ente locale, isolati tra le mura domestiche.

Difficile, in questa solitudine forzata, sviluppare la giusta autostima per spiccare il volo nella vita adulta. Una solitudine cui sono costretti anche dalla crisi e dalla difficoltà di trovare un'occupazione quando si sceglie di abbandonare il percorso scolastico.

L'Opera diocesana Patronato San Vincenzo, anticipando i tempi di questa nuova emergenza sociale, ha avviato da un paio di anni un progetto nell'ambito della Piazza del Patronato che si chiama «Tempo di lavoro» e che intercetta proprio questi giovani accompagnandoli a prepararsi alla prima occupazione, a stare in un ambiente di lavoro ma anche a conoscersi e comprendere in quale tessuto occupazionale inserirsi. Lo fa con colloqui, laboratori ad hoc, stage, avvalendosi di psicologi, educatori e artigiani capaci di trasmettere un mestiere e la fiducia in se stessi, ma anche cercando accordi con le principali realtà del territorio (Confindustria, Ascom, Associazione artigiani, Coldiretti Bergamo) disposte a siglare forme di contratto in apprendistato.

In due anni sono stati accolti in questi percorsi 219 ragazzi tra i 16 e i 24 anni: di questi 109 sono stati avviati a percorsi di stage e per una ventina si è arrivati anche a una assunzione. Insieme al Patronato San Vincenzo stanno dando un apporto fondamentale al progetto anche due realtà cittadine come la parrocchia di San Lorenzo Martire in Redona tramite l'associazione «Le Piane» e la parrocchia di San Giuseppe del Villaggio degli Sposi di Bergamo.

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