«A Natale Dio parla con l'uomo»
Mons. Beschi all'albergo popolare

«Nessun uomo è un fatto privato. Il Vangelo di Natale non è soltanto la descrizione di una nascita, ma è Dio che parla e si intrattiene con l'uomo». Queste le parole del vescovo monsignor Francesco Beschi nella Messa di Natale.

«Nessun uomo è un fatto privato. Il Vangelo di Natale non è soltanto la descrizione di una nascita, ma è Dio che parla e si intrattiene con l'uomo, suscita il nostro protagonismo nella risposta, preghiera, speranza e desiderio di vivere». Queste le parole del vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi nella Messa di Natale, domenica 25 dicembre in Duomo.

«Nella coscienza dei credenti sono poste le attese di tutti gli uomini in rapporto alle promesse di Dio. Pensiamo all'incertezza economica e ali problemi occupazionali attuali - ha detto il vescovo -. C'è l'attesa degli uomini per la salute e la malattia che toccano i più piccoli, gli adulti, gli anziani, i nostri cari, le persone che conosciamo e quelle che non conosciamo, ma formano una umanità in attesa di salute, guarigione e speranza».

«C'è l'attesa della sicurezza, soprattutto di fronte alle manifestazioni più efferate, come la violenza e la guerra. La mia generazione non ha vissuto la guerra, ma le generazioni che l'hanno vissuta sanno cosa significa vivere in tempo di guerra - ha continuato monsignor Beschi -. Ci sono anche le guerre quotidiane che generano paura e sospetto. Nel periodo in cui viviamo, aumenta questo bisogno di sicurezza, ma aumenta anche il bisogno di sicurezza sociale, soprattutto riguardo al lavoro: condizioni di sicurezza fisica sul lavoro, sicurezza del posto di lavoro, sicurezza che giovani e adulti possano aspirare a un lavoro sicuro. Con la sicurezza del lavoro, una famiglia ha atteggiamenti più ricchi di speranza. Ci sono poi le attese di pace e giustizia, libertà, amore, serenità, benessere, felicità. La nostra tentazione continua è ritenere la libertà come espressione del potere fare tutto prescindendo dall'amore. Così facendo ci condanniamo con le nostre mani. Il giorno di Natale, forse sentiamo più forti queste attese, ma sono attese di ogni giorno dell'anno nel cuore di ogni uomo».

Il vescovo ha concluso la sua omelia anche con gli auguri: «Auguri di buon Natale alla città, alla diocesi, al clero - ha detto -, a tutti i bergamaschi, perché lo spirito del Natale rimanga nei nostri cuori e accompagni tutto l'anno che ci attende». A mezzogiorno del giorno di Natale, poi, proprio dopo la Messa solenne, il vescovo Beschi si è recato al Nuovo albergo popolare per portare gli auguri agli ospiti della struttura, riuniti per il pranzo, offerto dalla Mia-Opera di Misericordia Maggiore.

Il vescovo è stato accolto da Giacomo Invernizzi, Rina Romagnoli e suor Cinzia Nicoli, rispettivamente direttore, direttrice amministrativa e superiora della comunità delle suore delle Poverelle dell'Albergo Popolare. Erano 120 le persone presenti al pranzo. «Questo momento — ha detto il vescovo — è un segno intenso di consolazione e pace. È una mensa è per tutti e per tutti i giorni e dice a tutti voi che potete contare su persone che vi vogliono bene. Carissimi, il ritrovarvi per il pranzo di Natale è un dono intenso ed esprime anche un messaggio: non disperate mai di voi stessi, ma sentitevi capaci di bene. Auguri di cuore di buon Natale». Il vescovo ha salutato uno per uno gli ospiti e i volontari.

Carmelo Epis

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