Brebemi, Locatelli resta in carcere
La moglie già tornata in libertà

Pierluca Locatelli resta in carcere. Lo ha deciso il gip di Milano, che ha rigettato l'istanza presentata dai legali. Orietta Rocca - la moglie di Locatelli - è tornata in libertà nella giornata di Natale. Per Locatelli si pronuncerà il 4 gennaio il Tribunale del Riesame.

Pierluca Locatelli resta in carcere. Lo ha deciso il gip di Milano, che ha rigettato l'istanza presentata dai legali Roberto Bruni ed Ennio Amodio. Locatelli - coinvolto nello scandalo dei rifiuti nei cantieri della Brebemi -resta dunque a San Vittore.

Della richiesta di arresti domiciliari si riparlerà il 4 gennaio, quando il caso approderà al Tribunale del Riesame, al quale gli avvocati si erano già preventivamente rivolti.

Rispetto all'esigenza di custodia cautelare, legata in particolare al rischio di reiterazione del reato, il gip di Milano ha ritenuto che nulla sia cambiato, nonostante le ammissioni di Locatelli  e nonostante le sue dimissioni dalle cariche societarie della Locatelli Spa di Grumello.

Orietta Rocca invece - la moglie di Pierluca Locatelli, anche lei coinvolta nell'inchiesta sulla Brebemi - è tornata in libertà nella giornata di Natale. Il gip ha accolto l'istanza di revoca degli arresti domiciliari, nonostante il parere contrario della Procura milanese.

Il giudice - competente per il filone della corruzione nell'ambito della più ampia inchiesta - ha preso la decisione, sollecitato da una istanza dell'avv. Roberto Bruni, legale delle signora Rocca, tenendo conto anche del fatto che durante l'interrogatorio la moglie di Pierluca Locatelli ha chiarito il suo ruolo nella vicenda e si è dimessa da ogni carica societaria, annullando così il rischio di inquinamento delle prove.

Tornando a Locatelli, l'imprenditore di Grumello del Monte è in carcere dal 30 novembre scorso con le accuse di traffico illecito di rifiuti (che secondo gli inquirenti sarebbero stati smaltiti nel fondo stradale dell'autostrada Brebemi) e di corruzione (per aver versato una tangente da 100 mila euro all'ex vice presidente del Consiglio regionale, Franco Nicoli Cristiani, e una da 10 mila euro al funzionario Arpa, Giuseppe Rotondaro).

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