Il cromo è in calo nella Bassa:
attenzione a nuove perforazioni

Il cromo esavalente continua a calare e a rimanere ai livelli più superficiali della falda acquifera, dove non pescano gli acquedotti pubblici. Attenzione però alle perforazioni per la realizzazione di impianti geotermic: potrebbero favorirne la diffusione.

Il cromo esavalente continua a calare e a rimanere ai livelli più superficiali della falda acquifera, dove non pescano gli acquedotti pubblici. Attenzione però alle perforazioni per la realizzazione di impianti geotermici per il riscaldamento e il raffreddamento: potrebbero favorire la diffusione del cromo anche nei livelli più profondi.

Questi i risultati dell'ultima campagna di monitoraggio dell'Arpa di Bergamo sulla contaminazione del cromo esavalente che interessa il territorio fra Verdellino e Treviglio. Campagna che ha inoltre rilevato la presenza nella falda di valori fuori norma non più solo di cromo, ma anche di un'altra sostanza inquinante: il nichel.

I campionamenti effettuati sono stati 47. Le concentrazioni maggiori di cromo (con picchi fino a 940 microgrammi ogni litro d'acqua quando il limite per la potabilità dell'acqua è 50) sono state riscontrate sempre fra Verdellino e Ciserano dove si trovano i due focolai dell'inquinamento: uno individuato nella ditta Cromoplastica, l'altro nella Nuova IGB.

Confermato poi che il cromo si sta trasferendo verso il trevigliese. Qui però «le concentrazioni – si legge sulla relazione dell'Arpa – sono molto inferiori dal momento che, grazie alla diluizione, tendono a diminuire più ci si allontana dai focolai».

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