Prima casa, no aumenti all'aliquota Imu
Carnevali (Pd): periodo difficile

«Periodo duro per i cittadini, l'amministrazione non aumenti l'aliquota Imu sulla prima casa». Lo dice Elena Carnevali del Pd a Palazzo Frizzoni. «Il 2012, per il Comune di Bergamo - spiega -, si preannuncia particolarmente difficile».

«Periodo duro per i cittadini, l'amministrazione non aumenti l'aliquota Imu sulla prima casa». Lo dice Elena Carnevali del Gruppo consiliare del Pd a Palazzo Frizzoni. «Il 2012, per il Comune di Bergamo, si preannuncia particolarmente difficile, aggravato dai ritardi accumulati dalla giunta Tentorio nel razionalizzare la spesa comunale e nel reperire risorse utili per investimenti dalle alienazioni immobiliari e di aree un tempo più appetibili. In un anno in cui le famiglie pagheranno più tasse – l'Imu sulla prima casa con le rendite catastali maggiorate, l'aumento di benzina e gasolio, l'addizionale Irpef regionale – le scelte di bilancio dell'amministrazione comunale assumono particolare delicatezza. Se, come ha dichiarato l'8 dicembre scorso l'assessore al bilancio Facoetti, la Giunta aumenterà le tasse comunali, il rischio è che a pagare siano chiamati i soliti noti. Per recuperare le risorse che servono, la prima strada da seguire è una revisione approfondita e rigorosa delle spese comunali, salvaguardando quelle per i servizi alla persona ma eliminando sprechi, orpelli e iniziative autopromozionali dell'assessore di turno che il comune di Bergamo non può più permettersi».

«Se tutto questo non bastasse - continua la Carnevali -, bisogna prestare grande attenzione all'equità di un'eventuale manovra sulle tasse comunali. Noi riteniamo che l'Imu sulle prime case non vada assolutamente aumentata rispetto all'aliquota base del 4 per mille stabilita dal governo. Analogamente, sarebbe insostenibile per i contribuenti appesantire l'addizionale comunale Irpef quando la manovra ha già previsto un aumento dell'addizionale regionale».

Un'ulteriore questione particolarmente delicata è quella delle case affittate: «Con la vecchia Ici a Bergamo beneficiavano di un'aliquota agevolata del 4 per mille - continua l'ex assessore della giunta Bruni -. Con l'Imu si parte dal 7,6 per mille con le rendite catastali maggiorate del 60 per cento. Il rischio concreto è che questo inasprimento si traduca in tutto o in parte in maggiori affitti richiesti agli inquilini in un momento di forte crisi e di emergenza sfratti. La legge dà al Comune la possibilità di ridurre l'aliquota Imu sugli immobili locati fino al 4 per mille. Noi pensiamo che questa opzione vada percorsa fino in fondo. Andrebbe, viceversa, ulteriormente appesantito il prelievo sulle abitazioni non affittate, su cui dall'anno prossimo i proprietari non pagheranno più l'Irpef».

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