Shopping by night: no grazie
Lo dicono 300 commesse di Orio

Trecento firme per dire no alle aperture straordinarie dei centri commerciali ogni domenica e anche la notte. Le ha raccolte la Fisascat Cisl Bergamo all'interno della galleria di negozi «Oriocenter» dopo le proteste per l'apertura straordinaria del 5, 6 e 7 gennaio fino a mezzanotte.

Trecento firme per dire no alle aperture straordinarie dei centri commerciali ogni domenica e anche la notte. Le ha raccolte la Fisascat Cisl Bergamo all'interno della galleria di negozi «Oriocenter» dopo le proteste per l'apertura straordinaria del 5, 6 e 7 gennaio fino a mezzanotte.

Un dipendente su otto ha sottoscritto il documento elaborato dal sindacato degli addetti al commercio per ribadire le difficoltà dei lavoratori e le ricadute di orari no limits sui tempi di vita dei dipendenti, sulle stesse imprese che aumentano i costi di gestione ma anche sulla sicurezza dentro e soprattutto fuori dall'area del centro commerciale (per raggiungere i parcheggi a tarda notte per esempio).

Un'adesione significativa spiegano Alberto Citerio e Terry Vavassori della Fisascat Cisl Bergamo tenendo conto del clima di paura diffuso tra i dipendenti, in difficoltà nell'esprimere liberamente la propria opinione per timori di ripercussioni sul lavoro.

«Aspettiamo ancora un incontro con la direzione del centro commerciale – spiega Citerio –: intanto abbiamo raccolto 300 firme nonostante il clima di paura dei dipendenti. Hanno timore di esprimere la loro opinione perché ci sono ripercussioni sul lavoro. Non si parla tanto di licenziamenti quanto azioni di mobbing: chi osa lamentarsi subisce continui cambiamenti di turno, potenziamento degli orari serali che alla lunga costringono a lasciare il posto».

La situazione del centro commerciale «Oriocenter» potrebbe estendersi anche ad altre gallerie di negozi: gran parte infatti ha già ampliato le aperture da Le due Torri di Stezzano alle Valli di Seriate. Anche il centro commerciale di Curno resterà aperto tutte le domeniche.

Leggi di più su L'Eco di martedì 17 gennaio

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