Paolo Valoti: «Non è imprudenza
Non c'è esperienza che tenga»

«È stata una vera fatalità: purtroppo di fronte a queste cose non c'è prudenza ed esperienza che valga». Paolo Valoti ha assistito inerme alla morte dell'amico Mario Merelli. «Si è aggrappato a una roccia. Però si è staccata e l'ha colpito al ventre...».

«È stata una vera fatalità: purtroppo di fronte a queste cose non c'è prudenza ed esperienza che valga». Paolo Valoti ha assistito inerme alla morte dell'amico Mario Merelli.

«Era dietro di me - ci ha raccontato con la voce rotta -: ha allungato la mano e si è aggrappato a una roccia. Però si è staccata e l'ha colpito al ventre. Ha perso l'equlibrio, si è girato sulla schiena ed è scivolato». Erano le 7,15.

Valoti non sembra riuscire a darsi pace: Mario è scivolato giù, sempre più giù, davanti ai suoi occhi. Si è fermato trecento metri più in basso. Valoti è sceso subito: giù, più veloce che poteva, per un tempo che sembrava infinito. Lo ha raggiunto e ha capito.

Il telefono, in quel punto, non prendeva. Allora è tornato in vetta: quando il cellulare ha riagganciato i ponti telefonici della Valle Seriana ha dato l'allarme. Erano le 8,10.

La storia del tragico tentativo
Mario Merelli e Paolo Valoti puntavano al concatenamento dello Scais e del Redorta, cioè a salire entrambe le montagne in una sola giornata: un'impresa studiata per lanciare un messaggio di solidarietà ed amicizia.

Partiti da Valbondione intorno alla mezzanotte di martedì, avevano raggiunto intorno alle 2,30 di mercoledì il rifugio Coca: qui si erano fermati per riposarsi un po' nel locale invernale, a disposizione degli alpinisti quando il rifugio è chiuso.

Poi, anziché percorrere la cresta, per raggiungere il torrione Curò - tutto al buio - hanno preferito il versante valtellinese, lungo il canalino alla base del torrione. Erano all'incirca le 6,30.

Sull'ultimo pezzo del canalino per arrivare in vetta allo Scais la tragedia. Valoti era davanti e Mario lo stava raggiungendo. Tutto è avvenuto in un attimo. Merelli che allunga la mano, la roccia che si stacca e lo colpisce. Poi il volo, tremendo.

Dopo aver raggiunto l'amico ed essere risalito per dare l'allarme, Paolo Valoti ha raggiunto il rifugio Brunone: qui è salito sull'elicottero del 118 per mostrare ai soccorritori il punto esatto in cui si trovava Mario.

Lascia un vuoto incolmabile
«Mario - ci ha detto Paolo Valoti, con la voce rotta dalla commozione - lascia un vuoto incolmabile non solo per l'alpinismo ma anche sul piano umano, per il suo altruismo, la sua generosità, il suo spirito. In questo momento voglio solo abbracciare e stare vicino alla mamma di Mario, Luigina, alla moglie Mireia e al fratello Dino».

I funerali dell'alpinista sabato alle 14,30 a Lizzola.

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