Gorno, ergastolo a Quistini
Uccise il cognato e ferì la sorella

Carcere a vita per Dionisio Quistini. Questa la sentenza del giudice Giovanni Petillo. Alla condanna all'ergastolo vanno aggiunti 50.000 euro di provvisionale. Quistini era finito in manette per l'omicidio di Giovanni Benigni e il tentato omicidio di Caterina Quistini

Carcere a vita per Dionisio Quistini. Questa la sentenza del giudice Giovanni Petillo. E alla condanna all'ergastolo vanno aggiunti 50.000 euro di provvisionale per il risarcimento. Quistini era finito in manette per l'omicidio di Giovanni Benigni e il tentato omicidio di Caterina Quistini, sorella dell'imputato e moglie dell'anziano ucciso.

Il pm Fabrizio Gaverini aveva chiesto per il 68enne Quistini l'ergastolo, anche in considerazione delle aggravanti (futili motivi e premeditazione), mentre i difensori Angelo Capelli e Gianluca Quadri, sottolineando che l'omicidio era stato commesso durante un raptus di follia provocato dagli insulti ricevuti dai parenti, avevano chiesto il minimo della pena tolte le due aggravanti.

L'imputato si trova nel carcere di Bergamo dal giorno dell'omicidio, ovvero dal maggio 2011. Dopo anni di litigi con la famiglia della sorella, persa la proprietà della propria abitazione (per due terzi pignorata per i risarcimenti e le spese legali maturati perdendo le cause contro Caterina Quistini) e messo di fronte all'imposizione di andarsene, aveva afferrato un piede di porco e con quello aveva colpito sorella e cognato. Lei, 64 anni, era rimasta gravemente ferita, entrando anche in coma, ma è sopravvissuta alle ferite; per Giovanni Benigni, 78 anni, invece non c'era stato nulla da fare. Nisio Quistini dopo l'aggressione si era costituito ai carabinieri ed era stato portato in carcere. Davanti al gip aveva nuovamente ammesso tutto: «Mi hanno insultato, dicendomi: vai via da casa, barbone. Io, a quel punto, ho perso la testa, ho afferrato un piede di porco che era lì sul pianerottolo e ho cominciato a colpirli», aveva spiegato.

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