Sant'Agostino: rischio degrado
Uffici docenti chiusi per umidità

Cinque milioni di euro utilizzati per recuperare parte del complesso di Sant'Agostino rischiano di andare parzialmente in fumo se non si interviene sulla parte esterna dell'edificio che ospita la facoltà di Scienze della formazione dell'Università.

Cinque milioni di euro utilizzati per recuperare parte del complesso di Sant'Agostino rischiano di andare parzialmente in fumo se non si interviene al più presto sulla parte esterna dell'edificio che ospita la facoltà di Scienze della formazione dell'Università degli studi di Bergamo.

L'umidità infatti sta intaccando in profondità gli spazi delle «casermette» che ospitano gli uffici dei docenti dell'ateneo orobico. I lavori di recupero di parte del complesso in zona Fara sono stati ultimati nel 2004 e hanno interessato il recupero del chiostro grande di Sant'Agostino e l'ala di edifici (le casermette) che affacciano sul parco e le Mura Venete in direzione stadio.

L'intervento aveva interessato solo la parte interna mentre il completamento della facciata esterna era stato rinviato come pure il recupero del chiostro minore e dell'ingresso all'antico complesso. Ora però alcuni uffici a piano terra sono stati addirittura evacuati e le pareti dei corridoi interni sono compromesse dall'umidità.

«Serve intervenire al più presto per recuperare la facciata e creare una piccola trincea che argini il flusso sotterraneo dell'acqua piovana» spiega il prorettore delegato Rapporti con enti e istituzioni pubbliche del territorio, Remo Morzenti Pellegrini, mostrando i danni.

«Continuiamo a intervenire, disperdendo inutilmente risorse economiche, per rattoppare i muri interni ma nonostante questo abbiamo dovuto chiudere alcuni uffici» aggiunge. In realtà Palafrizzoni, proprietario dell'immobile in locazione all'ateneo, ha ben chiara la situazione: i lavori di recupero infatti sono previsti nel Piano delle opere pubbliche 2012. Come sempre (ormai è un refrain) a mancare è la liquidità per via del famoso Patto di stabilità che blocca tutto.

Leggi di più su L'Eco di venerdì 3 febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA