Caso Loreto, i capelli scomparsi
La chiave del mistero in un anello

Paolo Loreto, il papà di Marina, l'impiegata dell'Ussl di Ponte San Pietro uccisa il 23 settembre 1993, darebbe la vita per conoscere il nome dell'assassino che quel maledetto giovedì ha spezzato la vita di sua figlia.

Paolo Loreto, il papà di Marina, l'impiegata dell'Ussl di Ponte San Pietro uccisa il 23 settembre 1993, darebbe la vita per conoscere il nome dell'assassino che quel maledetto giovedì ha spezzato la vita di sua figlia e cambiato per sempre quella di tutta la famiglia.

Quel nome non è mai stato scoperto: il caso fu archiviato nel 1994 ma nei mesi scorsi i carabinieri hanno cercato di riaprirlo partendo da un reperto, un capello incastrato nell'anello che Marina Loreto portava al dito.

Capello che era stato repertato dagli investigatori ma mai consegnato al Cis, il Centro investigativo scientifico dei carabinieri, in sostanza il vecchio Ris. Quel capello ora è sparito, non si trova più.

«All'epoca ci era stato detto che i capelli erano tre, di cui uno grigio, ma non sapevamo di che lunghezza fossero – spiega la mamma Anna – ma ci avevano spiegato che, se anche fossero riusciti a risalire al Dna, non ci sarebbe stato nessuno con cui confrontarlo. Non so se adesso, con le nuove tecnologie, sarebbe stato un indizio importante. Marina comunque non ce la restituirà nessuno».

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