Ermanno Olmi denuncia Bossi:
«Oltraggio alle istituzioni»

Anche il regista bergamasco Ermanno Olmi ha denunciato il leader della Lega Nord Umberto Bossi per oltraggio al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, al premier Mario Monti e alle Istituzioni.

Anche il regista bergamasco Ermanno Olmi ha denunciato il leader della Lega Nord Umberto Bossi per oltraggio al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, al premier Mario Monti e alle Istituzioni. La denuncia, spiega Olmi in un'intervista su Reset.it, versione web della rivista diretta da Giancarlo Bossetti, si riferisce agli insulti che il leader del Carroccio ha rivolto a Napolitano e a Monti in occasione del suo comizio ad Albino, il 29 dicembre scorso. Già altri cittadini nelle scorse settimane hanno presentato denuncia per gli stessi motivi in una decina di procure, da Verona a Bergamo a Milano a Roma.

Il fatto che Bossi, afferma Olmi nell'intervista, «usi termini volgari per denigrare persone che rappresentano dei valori, come quelli insiti nel simbolo della bandiera italiana, esige una ribellione». «Insultare ciò che per qualcuno ha valore è una bestemmia – prosegue Olmi –. L'atto di denuncia verso Bossi non riguarda la Lega Nord, che essendo stata votata ha diritto di esistere come tutti gli altri partiti, avendo anche al suo interno persone di grande qualità. La politica è una cosa seria e sacra, e comportamenti come questi di Bossi non possono essere tollerati. Maroni, ad esempio, è una persona seria e, da nonno, gli direi di andare avanti con coraggio sottolineando la differenza che c'è tra lui e coloro che fanno male anche alla Lega». La denuncia nei confronti di Bossi, prosegue il regista, «non è un'indignazione generica, è un richiamo al rispetto delle istituzioni e di chi le rappresenta». Olmi, allargando il discorso alle prese di posizione di Bossi contro il tricolore, ricorda che «dietro quella bandiera c'è gente che ha sofferto, che è morta, che ha creduto nella libertà, nella democrazia e nella civiltà. E questo signore non ha nessun diritto di offendere questi morti, che sono nostri parenti e amici, che più di noi si sono esposti. Se si desse a questa bandiera lo stesso valore che si dà ad una bandiera del tifo calcistico, forse la denuncia non avrebbe senso. Ma la bandiera italiana esige rispetto».

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