Foppa-Palafrizzoni, ferri corti
Tira e molla: difendiamo il volley

Sono anni che Bergamo trionfa nella pallavolo femminile. I successi sono firmati Volley Bergamo Norda Foppapedretti: è una squadra, anzi scusate, è la nostra squadra che dal 1991 ha riscritto la storia della pallavolo italiana.

Sono anni che Bergamo trionfa nella pallavolo femminile. I successi sono firmati Volley Bergamo Norda Foppapedretti: è una squadra, anzi scusate, è la nostra squadra che dal 1991 ha riscritto la storia della pallavolo italiana.


L'Albo d'oro dice tutto di questo gruppo straordinario che ci ha resi orgogliosi e che continua a regalarci grandi successi. Da vent'anni sul campo orobico giocano ragazze di tale livello che - giusto per usare un termine del volley - schiacciano letteralmente le avversarie.


Giovedì sera abbiamo avuto l'ennesima conferma: tra tecnica e un gran cuore, la Foppa si è sbarazzata di Villa Cortese conquistando la Supercoppa. Ormai uno dei tanti trofei che vanno a far compagnia alle altre coppe nella vetrinetta di via Albricci, sede della squadra. Eppure c'è un «muro» che oscura tutti questi successi.


Un muro che la Foppa non riesce proprio a superare: il palazzetto e il Comune di Bergamo. La regina del volley, oltre all'agonismo in campo, deve anche lottare a livello istituzionale per un riconoscimento che - per noi bergamaschi - sarebbe scontato. Evitiamo la questione nuovo palazzetto che, di per sé, meriterebbe ben altro spazio. Ci soffermiamo solo sulla fatidica tribunetta da realizzare nella struttura di via Pitentino per consentire alla Foppa di giocare in casa propria i playoff.


Sono mesi che il Comune ha promesso quest'opera, ma non si è più vista. E ora siamo agli sgoccioli. Tra Comune e Foppa c'è un botta e riposta sulle responsabilità di cui diamo conto nell'articolo di cronaca. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità tecniche, a partire dall'assessorato ai Lavori pubblici.


Una cosa però ci interessa molto ed è la conseguenza di questo tira e molla: il trasloco della Foppa a Montichiari. La questione diventa quindi anche politica. Come è possibile che Bergamo non difenda un valore sportivo così grande? Se lo chiedono i bergamaschi e giriamo la domanda al Comune.


Si attendono risposte, possibilmente prima dei playoff... E non si ponga una questione di sicurezza, altrimenti qualcuno ci deve spiegare perché stadio e teatro Donizetti ottengono sempre la deroga.


A questo aggiungiamo il valore educativo di una squadra come la Foppa. Sindaco e assessore Saltarelli hanno mai fatto un giro nelle palestre cittadine per assistere agli allenamenti della Scuola Foppa a partire dalle baby pallavoliste di 8 anni?


Per loro, la Piccinini e la Foppa sono modelli da imitare perché sono di casa e possono toccare con mano la positività di questi esempi. E chi lo dice a queste piccole atlete che Bergamo non ha a cuore la loro educazione?

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