Castro, lo sperone non c'è più
Se l'è «inghiottito» il Sebino

I più attenti osservatori e frequentatori della costa compresa fra Castro e Riva di Solto si sono accorti che non esiste più il «piede dell'Orso», uno sperone di roccia che caratterizzava la costa tra la litoranea e il lago.

Questo gelido febbraio se ne andrà portandosi via anche un pezzo di Sebino. Nei giorni scorsi, infatti, i più attenti osservatori e frequentatori della costa compresa fra Castro e Riva di Solto si sono accorti che non esiste più il «piede dell'Orso», uno sperone di roccia che caratterizzava la costa tra la litoranea e il lago.

Il freddo dei giorni scorsi ne ha provocato il distacco, facendolo finire nelle acque del Sebino e cancellando così uno dei punti di riferimento per i velisti e i canoisti di Lovere e dintorni. «A segnalarmi che il piede dell'orso non c'era più – spiega Max Barro, amministratore de L'Ora di Lovere, la società di gestione del porto turistico di Cornasola e imprenditore a Castro con il pallino per la vela e tutti gli sport d'acqua –, è stato il fotografo Luigi Sigorini di Lovere, grande amante della strada rivierasca che, si dice, abbia ispirato anche Leonardo da Vinci. Il distacco totale della concrezione calcarea è stato causato dall'acqua che si è gelata nelle fessurazioni tra la parete e la roccia, provocandone poi la rottura».

Il «piede dell'Orso» era conosciuto da tutti gli appassionati frequentatori del lago, dal lago. «D'estate – aggiunge Barro – era una meta classica, una tappa dovuta, anche per farsi rinfrescare dalla cascatella che scendeva continuamente». Dal distacco della roccia si sono salvate, miracolosamente, la targa e la piccola statua della Madonna che erano state posate in memoria del subacqueo Gianni Calvi di Lovere, morto tragicamente negli Anni '90 proprio nelle acque antistanti il «piede» durante un'immersione.

Giuseppe Arrighetti

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