Tangenti, un'intercettazione
ha dato origine al filone orobico

Dopo un'intercettazione che ha spostato le indagini a Bergamo e un interrogatorio «top secret», i magistrati starebbero ora cercando riscontri alle dichiarazioni di Pierluca Locatelli che potrebbe aver riferito di presunti intrecci tra affari e politica nella Bergamasca.

Dopo un'intercettazione che ha spostato l'asse delle indagini a Bergamo e un interrogatorio i cui contenuti sono «top secret», i magistrati starebbero ora cercando riscontri alle dichiarazioni di Pierluca Locatelli: in procura l'imprenditore travolto dallo scandalo delle tangenti potrebbe infatti aver riferito di presunti intrecci tra affari e politica nella Bergamasca.

Se così fosse, anche se il riserbo è assoluto nel palazzo di giustizia di piazza Dante, potrebbe riservare ulteriori sviluppi, anche in ambito orobico, l'indagine partita lo scorso novembre e che aveva portato in carcere tra gli altri, oltre all'imprenditore bergamasco, anche Franco Nicoli Cristiani (Pdl), l'allora vice presidente del Consiglio regionale.

Del resto l'ormai ex patron dell'impresa Locatelli sarebbe rimasto per tre ore filate di fronte al magistrato, anche se non è chiaro se sia stato chiamato dagli stessi magistrati, oppure se si sia presentato spontaneamente in procura, e nemmeno se sia stato sentito come persona informata sui fatti, oppure in veste di indagato.

All'origine della svolta bergamasca dell'inchiesta sugli appalti milanesi ci sarebbe un'intercettazione: durante una telefonata ascoltata dagli inquirenti, l'imprenditore avrebbe fatto riferimento a una situazione legata alla Bergamasca e, per questo, i magistrati titolari dell'inchiesta a Milano - i pm Paolo Filippini e Alfredo Robledo - avrebbero girato, per competenza territoriale, gli atti ai loro colleghi di Bergamo.

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