Pronto soccorso, accessi record
Ma le risorse sono uguali al 2005

Pronto soccorso sovraffollati, difficoltà di ricoveri: le criticità, come è emerso dalle recenti cronache, in Italia ci sono. La Bergamasca sta certamente meglio di altre realtà ma anche qui gli afflussi al pronto soccorso sono da capogiro.

Pronto soccorso sovraffollati, difficoltà di ricoveri: le criticità, come è emerso dalle recenti cronache, in Italia ci sono. La Bergamasca sta certamente meglio di altre realtà ma anche qui gli afflussi al pronto soccorso sono da capogiro.

Cifre che segnalano che la gente solo al pronto soccorso ritiene di poter trovare risposte rapide ai suoi bisogni. «È un fatto, e da questo bisogna partire per affrontare il problema delle attese al pronto soccorso. Per esempio nella Bergamasca, per tutti i pronto soccorso, i dati più recenti parlano di almeno 400 mila accessi complessivi l'anno».

«Per un territorio con un milione e poco più di abitanti significa che oltre il 40% dei bergamaschi almeno una volta in un anno si rivolge al Dipartimento di urgenza  – evidenzia Claudio Arici, responsabile del pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Bergamo – . La gente, a dispetto delle teorie di esperti che sostengono di poter dirottare i flussi con un maggiore coinvolgimento della medicina del territorio, o aprendo ambulatori di medicina generale a fianco dei Dipartimenti di urgenza, sceglie a priori il pronto soccorso. A questi bisogni noi dobbiamo cercare di dare soddisfazione nel modo migliore possibile. Non servono strategie per dirottare i flussi, che peraltro non si possono neppure prevedere. Servono risorse, questo sì».

A fronte di identiche risorse «dal 2005, gli accessi invece sono cresciuti: ai Riuniti si è passati dagli oltre 77 mila ingressi del 2005 agli oltre 82 mila del 2011.

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