Salvadori, battaglia di perizie
Il figlio accusa la seconda moglie

Opere d'arte contraffatte e munite di falsa «autentica» da parte della moglie dell'autore o invece autentici lavori del pittore Aldo Salvadori, maestro indiscusso del Novecento bergamasco? A deciderlo sarà una perizia disposta dal giudice del Tribunale di Bergamo.

Opere d'arte contraffatte e munite di falsa «autentica» da parte della moglie dell'autore o invece autentici lavori del pittore Aldo Salvadori, maestro indiscusso del Novecento bergamasco? A deciderlo, dopo due consulenze tecniche di parte di risultato diametralmente opposto, sarà una perizia disposta dal giudice del Tribunale di Bergamo che dovrà far luce sull'intricata vicenda processuale e, a questo punto, anche artistica, stabilendo la paternità almeno dell'unica opera al momento in sequestro: il disegno - incorniciato - di una donna seduta.

A darsi battaglia a suon di esperti sono il figlio dell'artista, Paolo, e la seconda moglie di Aldo Salvadori, Giovanna Anzalone, 64 anni. Il primo nel processo è parte civile con l'avvocato Roberto Bruni, la seconda è invece imputata, difesa dall'avvocato Francesca Cattaneo: l'accusa nei suoi confronti, scaturita da un esposto presentato da Paolo Salvadori e da lei sempre respinta, è quella di aver autenticato diverse false opere del defunto marito, morto nel 2002 all'età di 97 anni.

La vicenda prende avvio dopo la morte del maestro Salvadori, quando tra l'altro tra figlio e vedova era già in corso una questione legale sull'eredità (pendente davanti al Tribunale civile, e per la quale sono da ormai dieci anni sottoposte a sequestro giudiziario in un caveau della Fidelitas oltre un migliaio di opere di Aldo Salvadori, la maggior parte delle quali spontaneamente consegnate dalla Anzalone), e prende forma nel corso di alcuni anni.

In particolare tutto comincia nel 2004, quando Paolo Salvadori, visitando una galleria d'arte di Bergamo insieme a un esperto, aveva improvvisamente notato diverse opere esposte attribuite al padre: si sarebbe trattato di quattro opere incorniciate, 14 disegni sciolti, oltre a un acquerello e un disegno a pastello. Tutte erano corredate di «autentica» firmata da Giovanna Anzalone (tra l'altro titolare dei diritti d'autore sulle opere del marito), e tutte secondo sia Paolo Salvadori sia l'esperto che si trovava con lui sarebbero state dei falsi clamorosi.

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