Sindaci, monta la protesta:
«Così si rischia la paralisi totale»

Cornuti e mazziati. Si sentono così i sindaci bergamaschi. Con soldi in cassa che non si possono spendere per il Patto di stabilità, e le tasse da aumentare non per incrementare i servizi sul territorio ma per sanare i buchi centrali.

Cornuti e mazziati. Si sentono così i sindaci bergamaschi. E non conta il colore politico, perché si naviga tutti nelle stesse acque. Con soldi in cassa che non si possono spendere per il Patto di stabilità, e le tasse da aumentare non per incrementare i servizi sul territorio ma per sanare i buchi centrali.

Ha un largo seguito Silvana Santisi Saita (Lega), tra i primi cittadini di casa nostra che dopo aver preso carta e penna per scrivere al premier Mario Monti (al quale chiede: «Che ci stiamo a fare noi sindaci, se non possiamo essere utili ai nostri cittadini?»), martedì sera sarà in onda su Rai3, intervistata dalla trasmissione «Ballarò».

Sempre per presentare la situazione del suo Comune, Seriate: un tesoretto da 8 milioni e mezzo «congelato» dai vincoli del tetto di spesa, che consente di poterne utilizzare solo 300 mila. Conseguenza: opere ferme, e pagamenti bloccati.

Un'impasse (in molti Comuni, addirittura, non ci sarà nessun lavoro cantierizzato nel corso dell'anno) che riguarda praticamente tutti gli enti locali bergamaschi e che ha già portato i sindaci a manifestare più volte, arrivando anche al punto di riconsegnare la fascia tricolore.

Spazio in tv sarà dato anche al caso di Mapello. «Fatti due calcoli – spiega il sindaco Michelangelo Locatelli, a capo di una lista civica trasversale davvero (va da ex An a sinistra) – noi quest'anno abbiamo deciso di sforare il Patto. La nostra comunità, infatti, ci perde meno così, a pagare la sanzione in cui incorriamo (115 mila euro, ndr) non rispettando i vincoli, piuttosto che lasciare deteriorare opere che si possono fare».

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