Rifiuti nel cementificio
Tavernola scrive a Monti

Non demorde il sindaco di Tavernola: dopo i tecnici di Asl, Arpa, Provincia e Regione, venerdì anche il Consiglio dei ministri ha decretato che il cementificio Sacci può sperimentare l'utilizzo, nei forni, di Cdr (combustibili da rifiuti) e pneumatici triturati.

Non demorde il sindaco di Tavernola, nemmeno davanti all'ultima - e par definitiva - evidenza. Dopo i tecnici di Asl, Arpa, Provincia e Regione, venerdì anche il Consiglio dei ministri ha decretato che il cementificio Sacci ha le carte in regola quantomeno per sperimentare l'utilizzo, nei forni, di Cdr (combustibili da rifiuti) e pneumatici triturati.

Ma, Monti o non Monti, il sindaco non molla. L'Unione Europea impone, da anni, che i cementifici si dotino delle cosiddette Bat (Best available technology): le migliori tecnologie prevedono la combustione di questi rifiuti pretrattati per ridurre, rispetto al solo Pet coke che si brucia attualmente a Tavernola, le emissioni di sostanze inquinanti nell'aria.

Massimo Zanni, però, non molla. Non se ne fa una ragione, ormai arroccato sul «no» a oltranza, come del resto la gran parte dei tavernolesi, della gente che popola i 16 paesi del Sebino, dei sindaci del lago e dei politici di qualsivoglia colore, dalla minima arena di Tavernola fino agli altri ranghi della Regione, dove a fine 2011 il Consiglio ha votato all'unanimità un ordine del giorno di Mario Barboni (Pd), per stralciare il capitolo rifiuti nell'iter dell'Autorizzazione ambientale integrata alla Sacci. Stralciato è stato stralciato, ma alla fine a Roma il Consiglio dei ministri ha decretato.

E all'indomani della decisione che ha chiuso la partita dell'Aia, consegnando alla Sacci il via libera a sperimentare l'utilizzo di Cdr e pneumatici triturati insieme al Pet coke, Zanni annuncia: «Scrivo a Monti». E con l'inesauribile ottimismo del personaggio, mostra lettera e foto pronte per essere spedite.

«Quando a un funzionario regionale abbiamo fatto vedere l'immagine del cementificio – dice – è rimasto sbalordito. "È qui che vogliono bruciare i rifiuti?" ci ha chiesto. Si vede che a Roma la foto non l'hanno guardata bene, non si spiegherebbe altrimenti come si possa pensare di dare il via libera a un inceneritore sulle rive di un lago. Noi andiamo avanti, proveremo a impugnare l'autorizzazione».

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