Villongo: i lumbàrd a rischio
Ci sarà il simbolo della Lega?

La Lega, dopo estenuanti tira e molla, corre il serissimo rischio di non comparire nei cartelloni elettorali di Villongo. Se la cosa non si ricuce e in frettissima: le liste vanno depositate al più tardi entro martedì a mezzogiorno.

La Lega, dopo estenuanti tira e molla, corre il serissimo rischio di non comparire nei cartelloni elettorali di Villongo. Se la cosa non si ricuce e in frettissima: le liste vanno depositate al più tardi entro martedì a mezzogiorno.

Dopo quasi 20 anni di regno incondizionato, il Carroccio potrebbe non tanto rischiare di non governare più Villongo, quanto addirittura non riuscire nemmeno a presentarsi con il proprio simbolo.

Perché dopo l'ultima «proposta indecente» al sindaco uscente Lorena Boni - che ha già detto «così no, no grazie» -, di spiragli paiono esserne rimasti davvero pochissimi, ma anche nessuno. Forse l'unico che qui può ancora tentare un recupero al fotofinish, parrebbe Umberto in persona (per dire a che livello è arrivato lo scontro).

Ormai da tempo la Lega che governa il paese va in due direzioni ben precise e niente affatto vicine. Da una parte Boni con i suoi fedelissimi; dall'altra l'assessore Alberto Piccioli Cappelli, con l'ex assessore Alberto Bonzi, con un drappello di dissidenti.

Da tempo qui a due passi dal lago è bufera bella e buona. Perché Boni non ha mai fatto un passo indietro, decisa a presentarsi alle urne a braccetto con Alberto da Giussano, mentre Piccioli Cappelli - sindaco per due mandati prima di lei e capogruppo della Lega in Provincia - nemmeno lui molla: si trincera dietro un laconico «decide il partito», ma l'idea è che non se ne stia certo con le mani in mano.

Per cercare di ricucire, a Villongo era arrivato anche il «super commissario» Daniele Belotti, assessore regionale al Territorio qui sul lago in veste di paciere. Ma è andata male pure a lui.

Leggi tutto su L'Eco di Bergamo del 29 marzo

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