«Mi costringono a prostituirmi»
Appello su Facebook. Due arresti

Ha chiesto aiuto su Facebook utilizzando il cellulare dei due uomini che la costringevano a prostituirsi. I suoi messaggi sono stati intercettati da un agente di polizia che ha fatto arrestare i due sfruttatori. Protagonista della vicenda una ragazza rumena di 23 anni.

«Mi costringono a prostituirmi, mi tengono in una casa a Trescore». Protagonista della brutta avventura una ragazza rumena di 23 anni, in Italia da poche settimane e subito avviata alla prostituzione. La 23enne ha chiesto aiuto su Facebook utilizzando il cellulare dei due uomini che la costringevano a prostituirsi. I suoi messaggi sono stati intercettati da un agente di polizia che ha fatto arrestare i due sfruttatori.

Al suo arrivo nel nostro Paese, l'uomo che l'aveva convinta a lasciare il suo Paese l'ha venduta per 500 euro a due cugini rumeni di 46 e 50 anni, residenti a Trescore Balneario, che le hanno rubato i documenti e l'hanno costretta a prostituirsi.

Nei giorni scorsi la donna, attraverso il telefonino che usava per farsi contattare dai clienti, ha iniziato a mandare delle richieste d'aiuto tramite il social network. Uno di questi messaggi è stato visto da un agente di polizia di Enna, che ha subito contattato i colleghi della Squadra mobile di Bergamo. Tutto è avvenuto tra il 25 e il 30 marzo.

Grazie alle indicazioni fornite dalla donna, i poliziotti sono risaliti all'abitazione dei due rumeni e li hanno fermati per sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù, in quanto la vittima aveva raccontato di essere tenuta tutto il giorno sottochiave.

Lunedì 2 aprile i due rumeni sono comparsi davanti al gip di Bergamo Ezia Maccora, che non ha convalidato il fermo, per la mancanza del pericolo di fuga. Di fronte al gip, i due hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande. I rumeni restano comunque in carcere con l'accusa di sfruttamento della prostituzione.

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