Reati mafiosi, nessuna candidatura
Un Codice etico da Futuro e Libertà

«Stando a quanto si è appreso, il tesoriere della Lega Francesco Belsito è indagato dagli inquirenti milanesi per truffa ai danni dello Stato e finanziamentio illecito al partito mentre la Procura di Napoli, indaga, invece, per riciciclaggio. L'accusa è pesante e porta i partiti politici ad affrontare i temi della legalità e della moralità al loro interno». Lo dice Futuro e Libertà che ha adottato il mese scorso un Codice etico che fa divieto di candidare per le prossime elezioni amministrative quanti sono stati rinviati a giudizio per i delitti contemplati nell'articolo 51, comma 3 bis, del Codice Penale (favoreggiamento mafioso) o per delitti le cui caratteristiche e modalità di commissione rientrino nelle pratiche comuni alle attività a carattere mafioso.

«Inoltre, il Codice etico non consente di candidare nemmeno chi si appresta ad affrontare da imputato un processo per estorsione, usura, riciclaggio di denaro sporco, esportazione illegale di denaro e traffico illecito di rifiuti - spiegano sa Futuro e Libertà -. L'adozione di tale codice apre coi fatti e non con le parole una nuova stagione politica. Futuro e Libertà è l'unico partito privo di inquisiti e il solo che applicherà rigidamente il Codice etico dell'Antimafia nella formazione delle proprie liste a partire dalle prossime elezioni amministrative di maggio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA