Città Alta e la tutela dei suoi colori
Dopo 2 anni varato il nuovo piano

Ecco il piano del colore. Dopo due anni di studi, 240 edifici mappati, 4 chilometri di facciate passate praticametne ai raggi x, lo strumento più atteso da professionisti e restauratori è pronto.

Ecco il piano del colore. Dopo due anni di studi, 240 edifici mappati, 4 chilometri di facciate passate praticametne ai raggi x, lo strumento più atteso da professionisti e restauratori – ma anche dai cittadini che hanno a cuore il decoro del centro storico – è pronto. Promosso dal Comune e realizzato assieme ad Akzo Nobel, sponsor tecnico attraverso il marchio Sikkens, il piano verrà presentato ufficialmente venerdì alle 16 al teatro Sociale. Un'occasione importante per illustrare i risultati di questo lungo lavoro e le nuove «regole» alle quali ci si dovrà attenere.

Tanto per cominciare: banditi i rossi e gli altri guizzi cromatici - che magari a qualcuno piacevano pure perché facevano tanto chic, ma che con l'anima di Città Alta non c'entravano prioprio un bel niente – sono state codificate in un'unica cartella le 130 tonalità più vicine alla tradizione, quei colori neutri che meglio si legano al paesaggio da cui i materiali provengono e che rispecchiano una storia costruttiva di secoli. I colori, innanzitutto, ma non solo. A loro disposizione ci sarà infatti una documentazione molto articolata che considera ciascuna facciata a 360 gradii: dai materiali utilizzati ai fregi, dagli affreschi agli altri elementi decorativi. «L'obiettivo – sottolinea Tommaso D'Aloia assessore all'Edilizia privata del Comune di Bergamo che ha lavorato in stretta collaborazione con la Sovrintendenza ai beni architettonici – è stato infatti quello di tutelare la memoria storica, una parte importante della nostra identità urbana comunque ben conservata».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo dell'11 aprile

© RIPRODUZIONE RISERVATA