Altro raid, sangue e grandi orme
L'orso a Valleve: guarda le foto

Sicuramente ha sbranato una capra, molto probabilmente anche una pecora. Poi ci sono altri quattro ovini di cui si sono perse le tracce. L'orso è tornato sulle Orobie. Sull'uccisione di una capra a marzo in Valle di Scalve c'erano dubbi: ma in questo caso no.

Sicuramente ha sbranato una capra, molto probabilmente anche una pecora. Poi ci sono altri quattro ovini di cui si sono perse le tracce. L'orso è tornato sulle Orobie. Se sull'uccisione di una capra, lo scorso marzo in Valle di Scalve, potevano esserci ancora dubbi («troppo dilaniata anche da altri animali – era stato detto dall'esperta – per capire se è veramente stato un orso»), qui è ormai evidente.

Nella notte tra mercoledì e giovedì un orso – forse lo stesso della Valle di Scalve, forse un altro proveniente dalla Valtellina – ha ucciso a Valleve, in alta Valle Brembana, avvicinandosi, peraltro, in linea d'aria a circa 200 metri, alle case. E qualche giorno prima avrebbe colpito in un allevamento di ovini a Branzi. Qui mancavano all'appello del pastore cinque pecore, di cui tre agnelli.

Per ora sono stati ritrovati i resti di un solo piccolo. Ma è stato dopo l'ultimo episodio, grazie alle orme lasciate sulla neve, che si è avuta la certezza del ritorno dell'orso sulle nostre montagne, a distanza di tre anni dall'addio di JJ5 alle Orobie, tornatosene in Trentino nella primavera del 2009.

La brutta scoperta nel piccolo allevamento di capre di Alberto Cattaneo, pensionato di Valleve. La sua stalla si trova in località Sottocorna, sulla sponda sinistra del Brembo, dove tiene tre capre e qualche asino, liberi di girare per i prati.

A dare l'allarme, però, è stato il vicesindaco di Valleve, Piero Midali. «Mi sono affacciato alla finestra di casa – dice – e ho visto la scia di sangue sulla neve fresca, vicino al Brembo, nella zona della stalla di Alberto. Così sono andato ad avvisarlo». «Inizialmente pensavamo potesse essere stato un cane randagio – spiega Alberto –, poi abbiamo visto le orme sulla neve». E 200 metri a monte dalla stalla, seguendo la scia di sangue lasciata dall'animale, quello che restava della capra uccisa, col ventre svuotato, il cranio schiacciato e le unghiate. Erano i segni inequivocabili dell'azione dell'orso.

A Valleve arrivano agenti della polizia provinciale e la Forestale. Anche per loro pochi dubbi su chi possa aver ridotto in quello stato la capra. Nel frattempo viene ritrovato anche un altro capretto, vivo, dato per disperso. Probabilmente si era spaventato all'arrivo dell'orso ed era fuggito nei boschi.

Ma il plantigrade, forse, aveva colpito già qualche giorno prima, nell'allevamento di pecore di Emilio e Ivano Midali, in località Ca' Bianca di Branzi, confinante con Valleve e a circa un chilometro in linea d'aria dal punto della predazione di mercoledì notte.

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