Acqua, a giugno +12% in città
Ma potrebbe non essere finita

La batosta del 1° giugno potrebbe essere solo la prima. Si intravede dietro l'angolo un bis per i rincari delle bollette dell'acqua. Dopo quelli che partiranno dal mese prossimo potrebbero arrivarne altri. Grazie all'ormai odiato decreto Salva Italia.

La batosta del 1° giugno potrebbe essere solo la prima. Si intravede dietro l'angolo un bis per i rincari delle bollette dell'acqua. Dopo quelli che partiranno dal mese prossimo (pari al +12% per l'area ex Bas Sii, cioè capoluogo e 33 Comuni, e al +6% per chi faceva già parte del gestore provinciale quasi unico Uniacque, stabiliti da quello che era l'Ato) potrebbero arrivarne altri.

Il decreto Salva Italia, infatti, ha assegnato all'Autorità per l'energia elettrica e il gas la competenza sulle tariffe, e quindi a breve sono attesi nuovi interventi anche sul servizio idrico che va dalla captazione al rubinetto. Da non escludere, inoltre, una nuova impennata locale, se Uniacque non raggiungerà gli equilibri finanziari auspicati.

In attesa degli sviluppi, però, il costo base verrà portato da 0,90 a 0,95 euro al metro cubo (con un balzo percentuale più alto in città e nei Comuni che erano serviti da Bas Sii, acquisita lo scorso dicembre da Uniacque per 23,5 milioni di euro), restando comunque al di sotto della media italiana (1,42 euro al metro cubo), del Nord est (1,59) e del Nord ovest (1,24).

Alla nascita di Uniacque (nel 2006) erano già stati decisi gli scaglioni di aumenti: a 0,82 euro al metro cubo il primo anno, poi verso l'euro che sarebbe dovuto restare congelato per vent'anni (ma il contratto di servizio prevedeva già in origine possibilità di «varianti»).

Di fatto, però, i volumi d'entrate legati alle tariffe erano già sballati in origine.

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