Caccia alpina e piano faunistico:
le doppiette alzano la voce

Quasi ottanta minuti per snocciolare le problematiche che la Federcaccia di Bergamo ha dovuto affrontare in dodici mesi di attività, partendo dalla caccia alpina, passando per la caccia al cinghiale e per i roccoli, fino all'accesa questione del piano faunistico.

Quasi ottanta minuti per snocciolare le problematiche che la Federcaccia di Bergamo ha dovuto affrontare in dodici mesi di attività, partendo dalla caccia alpina, passando per la caccia al cinghiale e per i roccoli, fino all'accesa questione del piano faunistico.

Davanti a una folta platea di doppiette bergamasche il presidente Lorenzo Bertacchi ha aperto la sua relazione in occasione dell'assemblea annuale di Federcaccia Bergamo illustrando con determinazione i problemi del mondo venatorio locale, con particolare attenzione alle scelte di gestione fatte dall'amministrazione provinciale.

Annunciando anche le prossime iniziative di Federcaccia e le linee che saranno tenute per la stesura del piano faunistico. «Per quanto riguarda la caccia alla tipica alpina – ha sottolineato Bertacchi - se ci sono i numeri richiesti dall'Ispra, questa forma di caccia dovrà essere aperta e non potrà essere tenuta chiusa, come erroneamente fatto lo scorso anno».

L'attenzione principale è stata posta sulla dibattuta questione del piano faunistico. «Federcaccia – ha annunciato Bertacchi - presenterà tutte le osservazioni necessarie perché si ottenga il miglior piano possibile per i cacciatori nel rispetto delle normative vigenti, e soprattutto con riguardo ai territori chiusi alla caccia, alle rotte di migrazione e ai valichi alpini, utilizzando tutte le chance concesse dalla legge regionale, dal procedimento amministrativo e dalla corretta interpretazione della sentenza del Tar».

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