Adunata, il tricolore brembano
fa arrabbiare la pasionaria Eva

La lettura dell'articolo li ha fatti storcere il naso, ma non rovinerà la festa e la buona impressione che gli alpini brembillesi hanno avuto sull'accoglienza a Bolzano. Ha suscitato un po' di clamore, infatti, il megatricolore che le penne nere brembane hanno affisso.

La lettura dell'articolo li ha fatti storcere il naso, ma non rovinerà la festa e la buona impressione che gli alpini brembillesi hanno avuto sull'accoglienza a Bolzano. Ha suscitato un po' di clamore, infatti, il megatricolore che le penne nere brembane hanno affisso da una terrazza dell'Eberle, albergo che li ospita per l'85ª adunata nazionale, in programma domenica nella città altoatesina.

Un tricolore sicuramente vistoso con i suoi 12 metri per 8 di grandezza. Si può dire che sortisce l'effetto voluto da chi lo ha fatto realizzare e cioè, appunto, quello di avere visibilità e di celebrare la bandiera simbolo dell'Italia. «Il drappo è molto grande - spiega il sindaco Gianni Salvi - ed era stato voluto in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni del Tricolore.

Ma l'iniziativa non è piaciuta a Eva Klotz, politica italiana, appartenente alla comunità germanofona dell'Alto Adige e figlia di Georg Klotz, terrorista dinamitardo che perseguiva l'indipendenza del Tirolo dall'Italia. «Questo è svendere la Heimat (patria, ndr) per quattro denari» ha imprecato l'altro giorno in una nota inviata alla testata «Alto Adige» su cui ieri è stato pubblicato il suo pensiero.

Nella nota, la figlia del «martellatore della Val Passiria» si spinge oltre, accusando di «prostituzione politico-culturale» chiunque nel mondo di lingua tedesca non abbia un atteggiamento ostile nei confronti dell'adunata degli alpini. «Una svendita dell'identità «in nome del mercato: rinunciano agli ideali per fare affari» ha commentato sdegnata. Ma la bandiera è rimasta al suo posto.

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