Parla la figlia di Luigi Martinelli:
«Non voleva far male a nessuno»

«Dal 3 maggio sono state dette e scritte molte cose su mio padre. La nostra è una famiglia normale: siamo sicuri che non voleva fare del male a nessuno». Parla la figlia di Luigi Martinelli, l'uomo che ha fatto irruzione all'Agenzia delle entrate di Romano.

In carcere adesso condivide la cella con un altro detenuto, e chi lo ha incontrato negli ultimi giorni dice di averlo trovato tranquillo, anche se consapevole del peso delle accuse piovute su di lui dopo la clamorosa irruzione all'Agenzia delle entrate di Romano.

Sono passati dieci giorni dall'arresto di Luigi Martinelli, l'imprenditore di 54 anni di Calcio che nel pomeriggio del 3 maggio, armato di fucile e due pistole, si è barricato per sei ore nell'ufficio di via XXV aprile, sparando un colpo in aria e tenendo in ostaggio un impiegato.

Dieci giorni in cui i riflettori di tutta Italia sono rimasti puntati sul «caso Romano» e sulle conseguenze – materiali e psicologiche – che la crisi sta provocando sulle famiglie e sulle imprese: dal dibattito che si è aperto sulla vicenda la famiglia Martinelli fino ad ora ha voluto restare il più possibile fuori.

«Dal 3 maggio – dice la figlia Francesca – sono state dette e scritte molte cose su mio padre. La nostra è una famiglia normale, che non ama stare i sotto i riflettori e suo malgrado si è trovata al centro dell'attenzione: per questo ora preferiamo non aggiungere altre parole, se non ribadire che siamo sicuri che non voleva fare del male a nessuno, che siamo con lui e che gli vogliamo bene».

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