Per esportare cinque milioni
fanno bancarotta: due arrestati

Hanno fatto fallire un'azienda di semilavorati in rame, ma prima si sono ingegnati per accumulare denaro e trasferire i capitali all'estero. Per questo due imprenditori, uno residente a Bergamo, sono stati arrestati dalla Guardia di finanza per bancarotta fraudolenta e riciclaggio.

Hanno fatto fallire un'azienda di semilavorati in rame, ma prima si sono ingegnati per accumulare denaro e trasferire i capitali all'estero. Per questo due imprenditori, uno residente a Bergamo e uno a Casale Monferrato (Alessandria), sono stati arrestati dalla Guardia di finanza per bancarotta fraudolenta e riciclaggio.

Il sistema era ben congegnato e ognuno aveva il suo ruolo: chi si è occupato di far fallire l'azienda, chi di trovare il modo, con fatture false e società carosello, di farsi dare denaro dalle banche, chi di riciclare i soldi portandoli all'estero. A scoprire l'organizzazione è stato il nucleo di polizia tributaria della Finanza di Alessandria, in collaborazione con i colleghi di Milano, dove la sede legale dell'azienda era stata poi trasferita.

Tredici le persone coinvolte: sette, di cui 2 arrestati (i legali rappresentanti della società) e 5 denunciati sono accusati di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, ricorso abusivo al credito e frode fiscale, mentre gli altri sei sono denunciati per riciclaggio mediante trasferimento all'estero di somme di provenienza illecita. Per poter provocare il fallimento, l'azienda è stata privata di oltre 5 milioni di euro, frutto di «strane» operazioni.

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