Street parade: sballo e proteste
6 mila giovani tra musica e alcol

Partecipazione dimezzata per il maltempo rispetto alle previsioni, ma la scossa c'è stata. Seimila giovani e giovanissimi hanno partecipato ieri sera alla Street Parade: venti carri «musicali» hanno attraversato le vie di Bergamo, per lanciare il messaggio di una città più viva e aperta.

Partecipazione dimezzata per il maltempo rispetto alle previsioni, ma la scossa c'è stata. Seimila giovani e giovanissimi hanno partecipato ieri sera alla Street Parade: venti carri «musicali» hanno attraversato le vie di Bergamo, per lanciare il messaggio di una città più viva e aperta.

Dalle 16,30 fino dopo le 23,30 la sfilata ha proseguito il suo tragitto, raccogliendo via via più adesioni. Non si è registrato nessun particolare problema di ordine pubblico, anche se non sono mancate le proteste. Soprattutto per lo «sballo» di alcuni dei partecipanti, sotto l'effetto di alcol o altre sostanze.

Per residenti e commercianti, infatti, non c'è dubbio «che le iniziative serali facciano bene alla città, ma senza esagerare». Oltre alla Questura, in campo per garantire la sicurezza e la circolazione anche 50 unità della polizia locale.

Dal Comune ribadiscono che mancavano alcune autorizzazioni, «per cui se verranno riscontrate delle irregolarità applicheremo tutte le sanzioni amministrative del caso, anche con l'ausilio di videoriprese», annuncia l'assessore alla Sicurezza Cristian Invernizzi. In apertura del corteo, il ricordo della tragedia di Brindisi. Ma si è deciso comunque di non fermare la manifestazione, già organizzata da tempo.

Prima il tanto dibattuto problema dei permessi, rilasciati dalla Questura ma non dal Comune. Poi la tragedia di Brindisi, che ha visto vittima una giovane studentessa. Nonostante gli intoppi burocratici e le remore morali gli organizzatori della Street Parade hanno deciso di andare avanti e portare l'iniziativa alla sua terza edizione.

Viabilità e vivibilità bloccate in diverse tranche dai giovani bergamaschi che a suon di decibel hanno chiesto «una città più viva». Vivaci e numerose (anche al nostro giornale) le lamentele dei cittadini intrappolati nel traffico o dentro la propria casa, a ritmo di musica e schiamazzi. E anche per l'abuso di alcolici e altre sostanze fatto da alcuni partecipanti alla manifestazione. Oltre alla Questura, anche gli uomini della polizia locale sono stati impegnati per tutta la durata della manifestazione a vigilare sulla viabilità e la sicurezza.

In prima linea un carro con il chiaro richiamo all'attentato di Brindisi, uno striscione che recitava: «Street Parade contro le mafie». Gli organizzatori, pur decidendo di procedere con la manifestazione, si sono infatti dichiarati «provati dall'accaduto». E per ricordare la tragedia, hanno rispettato un minuto di silenzio durante l'ammassamento davanti alla Curva Sud, prima di partire con la sfilata.

A seguire, è stato letto un messaggio, in cui gli organizzatori hanno spiegato le motivazioni che li hanno spinti a sfilare nonostante i recenti fatti di cronaca. «Non è stato facile - spiega Davide Pansera, tra gli organizzatori -. prendere una decisione. La nostra parola d'ordine è essere contro la violenza e vicini ai familiari di chi è stato colpito dall'attentato». Ma oltre alla denuncia all'attentato di Brindisi, i giovani hanno manifestato un forte desiderio di divertirsi e trasgredire. «Bergamo è una città morta, dove non succede nulla», è stato il leitmotiv più ricorrente.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di domenica 20 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA