Bolgia, drink gratis agli studenti
Genitori sul piede di guerra

Riaperto venerdì dopo essere stato chiuso dalla Questura per un mese, il Bolgia di Osio Sopra torna nell'occhio del ciclone. Per sabato ha organizzato una serata per gli studenti dove sarà possibile bere «gratis tutti i drink che» vogliono «per tutta la notte».

Riaperto venerdì scorso dopo essere stato chiuso dalla questura per un mese, il Bolgia di Osio Sopra torna subito nell'occhio del ciclone. Per dopodomani, sabato, la discoteca dove a fine aprile si sentì male il diciannovenne Nakky Di Stefano, che poi morì per un mix di alcol e droga connesso a una malformazione congenita, ha infatti in programma una serata rivolta agli studenti delle scuole superiori della Bergamasca.

Un «Official school party», come recita il manifesto pubblicitario affisso davanti alle scuole della provincia, ovvero un «megaevento» che, dalle 21,30, prevede nel locale un «open bar», dove sarà possibile bere «gratis tutti i drink che vuoi per tutta la notte». Tanto è bastato per far sobbalzare alcuni genitori, che ora chiedono l'intervento delle autorità perché la festa venga bloccata.

«Si fermi questo scempio», scrive un papà. Ma il titolare Riccardo Vecchi rispedisce al mittente le polemiche: «Bere tanto o poco dipende dall'educazione ricevuta in famiglia». «È un evento che va fermato – sottolinea un genitore – visto il tema delle dipendenze dei giovani e dell'abuso di alcol, in questo momento di allarme sociale e visti i recenti tragici eventi di cronaca». Gli fa eco una zia: «Non posso crederci: sono andata a trovare mio nipote e ho visto un invito in cui si pubblicizzava "bar libero" per tutti, nella stessa discoteca chiusa per problemi di droga e risse un mese fa. Mi chiedo: ma le autorità dove sono?».

Dal canto loro i titolari del Bolgia respingono le accuse: anche dopo la chiusura disposta dalla questura per un mese a seguito di due risse e per un sequestro di droga nel locale, avevano lamentato il fatto di essere gli unici destinatari di provvedimenti del genere solo per essere «la cartina al tornasole di un disagio giovanile più diffuso».

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