Addio a Martinelli, prete «giudice»
Si occupò dei santi bergamaschi

«La cosa più bella del mio sacerdozio? Immergermi nella vita dei santi e dei beati bergamaschi, respirando il loro insegnamento». È la frase che amava ripetere e che ha contraddistinto la vita del canonico monsignor Giuseppe Martinelli, morto mercoledì 6 giugno.

«La cosa più bella del mio sacerdozio? Immergermi nella vita dei santi e dei beati bergamaschi, respirando il loro insegnamento». È la frase che amava ripetere e che ha contraddistinto la vita del canonico monsignor Giuseppe Martinelli, morto nelle prime ore di ieri mattina nella Casa del clero. Aveva 80 anni e da tempo era stato colpito da grave malattia e sottoposto a diversi interventi chirurgici.

Nato a Fiorano al Serio il 16 settembre 1931, dopo l'ordinazione sacerdotale (12 giugno 1954) era stato studente a Roma (1954-58), conseguendo la laurea in Diritto canonico alla Lateranense. Contemporaneamente aveva frequentato tre anni di Giurisprudenza alla Statale e anche un biennio di Paleografia nell'Archivio segreto vaticano, declinando la proposta di entrare come paleografo nella Biblioteca vaticana.

Tornato in diocesi, oltre a insegnare Religione al liceo Sarpi, era stato coadiutore parrocchiale della Cattedrale (1959-69), notaio attuario del Tribunale ecclesiastico diocesano (1960-65), docente in Seminario (1963-2009), giudice (1961-71) e vicepresidente del Tribunale regionale lombardo (1971-89), assistente diocesano di Rinascita (1972-78), vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico diocesano (1979-2011), delegato vescovile per le cause dei santi (1980-2011), membro del Consiglio Presbiterale diocesano (1985-97). Canonico onorario della Cattedrale nel 1981, nel 1987 era stato insignito del titolo di prelato d'onore di Sua Santità.

La prima causa di beatificazione di cui monsignor Giuseppe Martinelli si era occupato riguardava Pierina Morosini, la ragazza martire di Fiobbio. «Fui chiamato a presiedere il tribunale ecclesiastico della causa - aveva detto monsignor Martinelli - e conobbi anche l'uomo condannato per la morte di Pierina. Questa conoscenza è stata per me un'esperienza importante». Nel suo impegno di giudice di Tribunali ecclesiastici aveva seguito 1.528 processi.

Come delegato vescovile alle cause dei santi, fra quelle concluse, quelle ancora in corso e quelle da lui avviate, aveva seguito 14 cause di beatificazione o canonizzazione di laici, sacerdoti, religiosi e religiose della nostra diocesi, come quelle di suor Paola Elisabetta Cerioli, fra Tommaso da Olera, madre Teresa Gabrieli. Di tutte, confidava di essere stato particolarmente colpito dalla vicenda e dalle scelte di don Antonio Seghezzi, l'assistente diocesano giovani di Azione cattolica, morto il 21 maggio 1945 nel lager di Dachau.

Per oltre quarant'anni, monsignor Martinelli aveva abitato nella Casa del clero. «La considerava la sua amatissima casa - ricorda il direttore don Antonio Zucchelli -. Sempre esprimeva la sua gioia per aver servito la Chiesa di Bergamo come delegato alle cause dei santi».

I funerali di monsignor Martinelli si terranno venerdì alle 15 nella chiesa parrocchiale di Fiorano al Serio, presieduti dal vescovo Francesco Beschi. La salma sarà sepolta nel cimitero locale.

Carmelo Epis

© RIPRODUZIONE RISERVATA