Alcolici, dietrofront del «Bolgia»
Ma la Procura vuol vederci chiaro

Giovedì mattina i titolari del Bolgia hanno deciso di fare dietrofront sull'evento di sabato, cancellando il contestato «open bar» con distribuzione gratuita di alcolici. Ma la procura vuol vederci chiaro sullo «School party».

Giovedì mattina i titolari del Bolgia hanno deciso di fare dietrofront sull'evento di sabato, cancellando il contestato «open bar» con distribuzione gratuita di alcolici per tutta la notte. Ma la procura vuol vederci chiaro sullo «School party» pubblicizzato con locandine su Facebook e manifesti davanti alle scuole della provincia.

Il sostituto procuratore Carmen Pugliese ha aperto un fasciolo «iscritto a modello 45», come si chiama in gergo tecnico, vale a dire senza persone indagate né ipotesi di reato, ma con lo scopo di raccogliere informazioni sulla vicenda.

Probabilmente la procura vuol chiarire se l'iniziativa possa prospettare una presunta vendita abusiva di alcolici a ragazzi minori di 16 anni, essendo l'iniziativa estesa e pubblicizzata agli studenti delle scuole. Vendita che, com'è noto, è vietata dalla legge.

Proprio al Bolgia si era sentito male, a fine aprile, il diciannovenne Nakky Di Stefani, poi morto in ospedale per un mix di alcol e droghe connesso a una malformazione congenita.

L'iniziativa ha però raccolto le lamentele di alcuni genitori, che hanno chiesto l'intervento delle autorità per fermare l'iniziativa.

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