La bimba nata invalida al 95%
L'esperto: cesareo fatto in ritardo

Il parto cesareo fu eseguito in ritardo. È questo verdetto, emesso dal primario dell'Istituto di Medicina legale di Brescia, che ha consentito al pm di emettere il decreto di citazione diretta a giudizio nei confronti di un'ostetrica e di un medico dei Riuniti.

Il parto cesareo fu eseguito in ritardo. È questo verdetto, emesso  dal professor Francesco De Ferrari, primario dell'Istituto di Medicina legale di Brescia, e dagli altri consulenti incaricati dalla Procura, che ha consentito al pm Giancarlo Mancusi di emettere nel novembre scorso il decreto di citazione diretta a giudizio nei confronti di un'ostetrica di 38 anni e di un medico donna di 51 degli Ospedali Riuniti.

Le due sono indagate per lesioni colpose gravissime. L'episodio riguarda il parto con cui venne alla luce nel gennaio 2010 una bimba di origini albanesi, rimasta invalida al 95%. Secondo l'accusa e i genitori della piccola, assistiti dall'avvocato Roberto Trussardi, questo ritardo avrebbe influito sulle lesioni riportate dalla neonata: che è cieca, nutrita tramite un sondino, incapace di deglutire e bisognosa di assistenza giorno e notte.

Per gli esperti nominati dal pm, durante la gestazione non erano stati commessi errori. Ma il peso rilevante della nascitura - sempre stando ai consulenti - avrebbe comportato un maggior rischio del 20% al momento di venire alla luce e dunque il parto cesareo sarebbe stata pratica indicata al primo manifestarsi dei problemi. Insomma, non praticarlo - per i consulenti dell'accusa - fu un errore.

Per chi indaga, poco rileva il presunto litigio che sarebbe avvenuto in sala parto fra l'ostetrica e la ginecologa: quale che sia la causa, è il ritardo in sé che avrebbe inciso.

Tutto su L'Eco di Bergamo dell'8 giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA