«Rea, autorizzazione da sospendere»
Dalmine ora fa appello alla Regione

Il Comune di Dalmine chiederà alla Regione «la sospensione immediata a Rea dell'autorizzazione all'esercizio del termovalorizzatore di Dalmine». La mozione è stata approvata dalla maggioranza del Carroccio-Pdl in Consiglio comunale.

Il Comune di Dalmine chiederà alla Regione «la sospensione immediata a Rea dell'autorizzazione all'esercizio del termovalorizzatore di Dalmine». La mozione è stata approvata dalla maggioranza del Carroccio-Pdl in Consiglio comunale mentre la minoranza ha votato contro, presentando una contromozione con la quale si chiedeva di intraprendere un percorso diverso, di mediazione e dialogo con impresa, Provincia e Regione.

Secca la risposta del sindaco Claudia Terzi: «Ci abbiamo provato, ma è difficile discutere se davanti ti trovi un muro. Con Rea c'è una grande difficoltà di confronto». Tra Comune e Rea, che gestisce l'inceneritore di Dalmine, in realtà è ormai guerra aperta. Sul tavolo ci sono tante questioni aperte.

A cominciare dai contenziosi legali sulle royalties, i diritti economici spettanti al Comune di Dalmine per i rifiuti smaltiti all'inceneritore che Rea non paga più da quasi due anni. Per arrivare poi ai rifiuti da Napoli inceneriti a Dalmine, accolti tutt'altro con il sorriso dal sindaco Terzi e dalla sua Giunta. La situazione, quindi, è ormai tesa da tempo, e giovedì il Consiglio comunale ha voluto intervenire di polso.

«La legge regionale che ha fatto da premessa alla costruzione dell'inceneritore – spiega Enrico Dapoto, capogruppo del Carroccio e firmatario della mozione – individuava chiaramente nell'autorizzazione del Comune, dove ha sede, la condizione necessaria e tassativa perché Rea realizzasse l'impianto. Il mancato rispetto degli obblighi assunti e il mancato conferimento degli oneri ci ha spinto a invitare le autorità competenti a valutare la convenzione del Comune di Dalmine alla luce delle normative regionali con le quali è stato realizzato l'impianto. La nullità della convenzione sottoscritta da Rea ha come effetto la nullità dell'autorizzazione a costruire, che è requisito tassativo. Con la conseguenza che anche l'autorizzazione all'esercizio sarebbe nulla».

Da qui l'invito alla Regione Lombardia perché «sospenda immediatamente l'autorizzazione a Rea all'esercizio dell'impianto di Dalmine e attivi l'esercizio provvisorio».

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